UNA CITTADINA: SANITA’ DISSERVIZI INAUDITI
Appena ieri abbiamo riportato in cronaca la delicata questione del servizio 118 e della mancanza di medici in alcune postazioni. Ma anche le file di ambulanze costrette ad attendere prima di potere ricoverare i pazienti. Oggi, la lettera di una signora giuntaci in redazione
…Non riesco ancora a dimenticare la giornata trascorsa davanti al Pronto soccorso del Cardarelli . Non sto a specificare il perché mi trovavo lì, perché tutto si è risolto bene nel giro di dieci ore….
Pazienti sospetti Covid che giravano in attesa del tampone, pazienti anziani che aspettavano il ricovero nelle ambulanze, operatori delle ambulanze che non potevano prestare soccorso perché avevano le ambulanze ferme con i pazienti, parenti che protestavano con l’infermiere dell’accettazione , litigi fra parenti, tutti attaccati ai cellulari, atti di violenza verbali e non solo, tanto da dover chiamare le forze dell’ordine e noi, quelli che ancora riuscivano a mantenere la calma, passeggiavamo sotto il sole cocente cercando ogni tanto di far calmare i più focosi. …
.. Non è lì, al pronto soccorso che possiamo sbraitare affinché ci venga assicurata l’assistenza nei modi e nei tempi giusti, ma altrove, dove chi decide sulla nostra pelle se ne sta seduto in poltrona con il condizionatore acceso e un conto in banca che gli permette di farsi curare dai privati”.
Questa la lettera giuntaci in redazione che fotografa una realtà alla quale, però, in tutti questi mesi non si è ritenuto di dovere mettere mano.