TRAFFICI ILLECITI DI RIFIUTI, LE INFILTRAZIONI MALAVITOSE
L’inchiesta della direzione antimafia della procura di Campobasso, che ha portato alla notifica di avvisi di conclusione delle indagini, a carico di 23 cittadini residenti in Molise e soprattutto in basso Molise, e di restanti 24 della regione Puglia, ricostruisce un sistema di smaltimento abusivo ri rifiuti che avrebbe generato profitti illeciti per oltre 250mila euro. La Direzione distrettuale antimafia, coordinata dai procuratori Nicola D’Angelo e Vittorio Gallucci, ha focalizzato numerosi episodi, con l’aiuto di testimonianze e intercettazioni ambientali e telefoniche, che si sono sviluppati su un arco temporale tra il 2018 e il 2023, ricostruendo un’organizzazione strutturata tra costa molisana e Puglia. Così, coinvolti imprenditori e amministratori delle società e, sempre secondo l’accusa, alcuni funzionari pubblici che avrebbero agevolato il rilascio di autorizzazioni e ignorato le irregolarità in cambio di favori. Le aziende coinvolte avrebbero smaltito in modo irregolare rifiuti plastici, derivanti da imballaggi in materiali misti, e rifiuti ingombranti, come mobili, arredi ed elettrodomestici, spesso destinati a discariche non autorizzate. Nel circuito illecito sarebbero rientrati anche rifiuti biodegradabili, nonché lo smaltimento di amianto e altri rifiuti pericolosi provenienti da demolizioni, la cui pericolosità richiede un trattamento altamente controllato, ma che in questo caso sarebbero stati smaltiti in violazione delle normative. Secondo gli inquirenti, il traffico illecito di rifiuti avrebbe garantito profitti illeciti a più livelli.