Tempo di congressi nel PD, ma qualcuno persevera nella distruzione Di Costanza Carriero
Tempo di congressi nel PD, ma per qualcuno è tempo di perseverare nella puntuale distruzione del Partito Democratico senza ammettere colpe, responsabilità e uso improprio (o per meglio dire, proprio) del partito.
Il 16 dicembre prossimo, in Sicilia, si svolgerà (forse) uno dei primi congressi regionali in vista di quello nazionale, fissato per il 3 marzo 2019.
Leggere le dichiarazioni di una delle candidate a segretario regionale, forse una delle poche donne, mi lascia senza parole, ma del resto quanto sta accadendo era del tutto prevedibile.
Teresa Piccione, questo il suo nome, ha affermato: “Quelle di domenica, in Sicilia, saranno le primarie fondative del partito di Renzi e non le primarie del Partito Democratico. Per questa ragione ritiro la mia candidatura… La maggioranza renziana ha impedito lo svolgimento dei congressi dei Circoli e delle Federazioni provinciali, mortificando il libero dibattito degli iscritti e degli elettori e la loro partecipazione.
Non intendo concorrere a false primarie senza regole, soprattutto dopo manifestazioni e segnali evidenti – ed inquietanti – della partecipazione di uomini estranei al Partito democratico, che inquinerebbero irrimediabilmente il risultato elettorale del congresso».
Accuse dure basate su fatti, purtroppo, veri!
Manipolazione dei congressi di circolo e di federazione, tesseramenti non nel rispetto delle regole, bypassando i segretari dei Circoli (quei pochi rimasti), truppe cammellate al soldo del potente/politico di turno e, in alcuni casi, anche tesserati che non sanno nemmeno di esserlo. Insomma, un caos assoluto che certo non gioverà al PD ed alla voglia di riscatto dopo le sonore batoste che si sono susseguite negli ultimi anni.
Il rispetto delle regole, quelle che dal nazionale vengono recepite sui territori, o dovrebbero essere recepite visto che non sempre è così, sono garanzia di tutte le componenti e non solo di quelle che attualmente detengono le redini del partito. Candidarsi alla segreteria del PD, regionale o nazionale, significa assumersi l’obbligo morale ed etico di rispettarle e farle rispettare da chi gli gongola intorno. Calpestare il nostro Statuto Nazionale ha un solo significato: avere in mente un modello di partito personale e personalistico, che mira a tutelare solo gli interessi propri e non certo del popolo di csx, quello stesso popolo che ci ha girato le spalle proprio in virtù di certi comportamenti che hanno inciso sui temi politici da affrontare e risolvere.
Non si vuole comprendere, volutamente, che il rispetto degli iscritti, quelli veri e non le già citate truppe cammellate, la normalità nello svolgimento dei congressi utili a definire ruoli e “idea partito” e la legalità nei comportamenti sono componenti basilari per un congresso civile, democratico e che abbia quale unico obiettivo di chiedere scusa ai nostri elettori/sostenitori per gli errori commessi e prendere precipuo impegno per riconquistare la fiducia persa attraverso azioni concrete e non chiacchiere.
Invece di lamentarci del Governo Giallo-Verde, delle loro scelte e delle “macchiette” che mettono in scena a livello nazionale, tentiamo di riscrivere questo momento politico con idee realizzabili e senza piegarci a lobby, banche, UE, potenti di turno e altro.
Zingaretti, il candidato alla segreteria nazionale che più si avvicina alla mia idea di partito, dice: “economia giusta e sostenibilità”. Nostri temi che però abbiamo ceduto senza colpo ferire al M5S che ne ha fatto una bandiera tanto da portarli ad ottenere consensi smisurati anche da parte del nostro elettorato.
Anche in Molise, temo, il congresso regionale sarà una farsa? Nonostante la buona fede del Coordinamento regionale che, però, pecca di inesperienza in materia ed è troppo morbido nell’accondiscendere e nel mediare rispetto a chi pretende di comandare e governare gli eventi.
Del resto, questi ultimi (chi pretende di comandare!) si guardano bene dal salvaguardare le fondamenta del PD; preferiscono gestire tutto attraverso una tastiera, una sola persona che risponde al loro libro paga e se ne buggerano, appunto, delle regole.
Infatti, la presenza organizzata del partito nei territori è controproducente per loro, mentre per noi rappresenta il punto di partenza della nostra stessa idea della politica.
Il PD è nato con le primarie, perché abbiamo creduto che così facendo avremmo avuto un partito pronto ad aprirsi alla società, basando l’azione politica con la partecipazione diretta dei cittadini-elettori (altro tema sottrattoci dal M5S che ne ha fatto asse portante di quel che sono). Questa visione ed azione si è via via persa, lasciando sulla strada divisioni e veleni di ogni genere ed abbandonando la forza del pluralismo delle idee. Invece, a questi soggetti nulla di ciò interessa. Nulla di quanto possa essere pluralismo e condivisione li appassiona. Hanno solo un unico obiettivo: la loro sopravvivenza, anche a scapito del PD stesso.
Inanellate le molteplici sconfitte, oggi è prioritaria la ricerca e la sperimentazione di una nuova forma partito, senza abdicare a nessuno e senza scusante alcuna!
Una leadership “forte” o presunta tale, un pacchetto di tessere con cui governare gli eventi e la convinzione che avere un partito organizzato non fosse tutto sommato indispensabile, non possono essere le soluzioni per un PD di punta e nuovamente appetibile.
Sono convinta, pertanto, che il tema principale del prossimo congresso debba essere proprio sull’idea di partito, su come tornare tra la gente in maniera rispettosa, aperta ma soprattutto organizzata (fattispecie mancata in questi ultimi anni, dove ogni scelta ed azione rimaneva circoscritta tra le mura della sede di Campobasso!), unendo presenza sul territorio anche attraverso il web che è uno straordinario mezzo di comunicazione ma non il solo.
Non sarà facile ricostruire e forse non lo consentiranno e se così dovesse essere, auguriamoci di no, vorrà dire che il congresso se lo faranno cip e ciop e chi ha a cuore il PD resterà alla finestra a guardare questa ennesima, devastante, definitiva distruzione.