Sindacati trasporto pubblico locale: “Dall’amministrazione Toma fallimento totale”
I sindacati del trasporto pubblico locale, in una nota, hanno espresso tutte le loro perplessità riguardo la stagnazione, ormai acclarata, nella quale versa il settore trasporti in Molise. “Martedì scorso davanti al Consiglio Regionale -apre la nota- si è consumato l’ultimo strappo tra i lavoratori del trasporto pubblico locale e la Giunta Toma. Al terzo presidio consecutivo messo in piedi dalle organizzazioni sindacali per denunciare le condizioni di estrema gravità e precarietà in cui versano il settore e gli stessi dipendenti che vi operano e che da marzo (è il caso di rammentarlo) non hanno percepito gli ammortizzatori sociali, ci saremmo aspettati nei confronti di coloro che oltretutto anche in pieno lockdown, hanno assicurato, non senza rischi, un servizio pubblico essenziale per la collettività al pari ad esempio delle forze delle ordine, degli operatori della sanità ecc., un gesto di attenzione, di considerazione, di solidarietà ma anche di ringraziamento da parte di chi amministra questa regione. Invece tranne qualche raro gesto solidale e sporadico, sono tutti passati rapidamente davanti ai cancelli, uno alla volta, blindati nelle loro auto blu e con tanto di autista al seguito (chiaramente non è lo stesso autista vessato e sottopagato che guida gli scalcinati autobus molisani), come se quelle bandiere, quei manifesti , quegli striscioni e quelle stesse persone accampate a rivendicare legittimamente e in maniera dignitosa alcuni sacrosanti diritti, si trovassero in un contesto sbagliato e solo con fini pretestuosi davanti alla sede di Palazzo D’Aimmo. La scorsa settimana, in occasione del secondo presidio, era stata accampata la scusa della “mozione di sfiducia”, ma anche martedì scorso sono prevalse “le ragion di Stato” derivanti dai cosiddetti “assestamenti di Giunta” per giustificare ancora una volta l’impossibilità a confrontarsi con una delegazione di lavoratori. Eppure vorremmo ricordare per titoli al Presidente Toma: che non abbiamo assunto noi la decisione di avocare al Presidente della Giunta la delega ai trasporti (separandola oltretutto da quella alle infrastrutture e determinando un caso quasi unico a livello nazionale); che non siamo stati noi a dichiarare formalmente e in occasione dell’unica riunione con le parti sociali tenutasi in videoconferenza lo scorso 22 maggio che “la Regione è assolutamente in linea con i pagamenti dei corrispettivi alle aziende di trasporto e che pertanto il ritardo fisiologico di appena un mese, non giustifica il comportamento delle stesse imprese” che negano il regolare pagamento degli stipendi, se non attraverso il ricorso a dispendiosi (per la collettività molisana) decreti ingiuntivi; che non siamo stati noi ad esortare i dipendenti, nella stessa riunione, a difendersi dalle imprese inadempienti nel pagamento degli stipendi, agendo attraverso gli strumenti consentiti dalla legge (pignoramenti e decreti ingiuntivi). Ed è stato lo stesso Governatore Toma ad affermare una tesi da sempre sostenuta dalle Organizzazioni Sindacali, ovvero che in Molise persistono corrispettivi per le aziende di trasporto che sono tra i più alti d’Italia, fenomeno che cozza sia con la qualità del servizio offerto ai cittadini che con le condizioni retributive degli autoferrotranvieri molisani notoriamente le più basse d’Italia; che non siamo stati noi bensì proprio lo stesso Governatore a manifestare, nel corso degli incontri istituzionali tenutisi in Prefettura, l’oggettiva comprensione rispetto alle tante criticità messe in evidenza dalle Organizzazioni Sindacali, spingendosi anche a perseguire e prefigurare possibili interventi in surroga da parte della regione verso le aziende inadempienti rispetto ad esempio alla questione annosa dei ritardi nei pagamenti degli stipendi; che non siamo stati noi a ribadire rispetto all’emergenza COVID-19, una posizione regionale irremovibile rispetto alla corretta e puntuale applicazione da parte delle imprese di trasporto locale di tutte le norme contenute sia nei DPCM emanati dal Governo ma anche nelle stesse Ordinanze Regionali, rammentando l’assoluta intransigenza della Regione e richiamando espressamente persino le responsabilità penali per le aziende che non si fossero attenute alle disposizioni di legge atte a prevenire la diffusione del contagio, spingendosi addirittura a minacciare la revoca delle concessioni in caso di inadempienze; eppure basta salire su qualsiasi autobus regionale (tranne rarissime eccezioni) per accorgersi come queste norme vengano sistematicamente violate (vendita a bordo dei titoli di viaggio, mancanza di igienizzazione e sanificazione dei mezzi ecc.ecc.). Che non siamo stati noi a dichiarare che la Regione non avrebbe mai consentito alle imprese che hanno collocato i lavoratori in cassa integrazione, di ottenere sovra-compensazioni derivanti sia dagli ammortizzatori sociali riconosciuti dallo Stato ma anche da una contribuzione nazionale e regionale sicuramente superiore rispetto ai reali e limitati servizi effettuati e, conseguentemente, ai costi sostenuti da marzo 2020 sino ad oggi; che non siamo stati noi a dichiarare che la Regione è stata oggettivamente latitante nelle operazioni di monitoraggio e controllo dei cosiddetti ricavi da traffico derivanti da un sistema di vendita dei titoli di viaggi (biglietti e abbonamenti) da parte delle imprese alquanto obsoleto e oggettivamente difficilmente rendicontabile e accertabile. E a tal proposito non siamo stati noi a dichiarare, quasi due mesi fa, che in appena 20 giorni sarebbe stata realizzata un’app regionale in grado di superare proprio questo sistema obsoleto, collocando pertanto anche il Molise al passo dei tempi; che non siamo stati noi (infine) a dichiarare nel marzo dello scorso anno che la Regione aveva approvato una delibera per definire i criteri di sostituzione del materiale rotabile su gomma in relazione degli oltre 3 milioni di euro di finanziamenti nazionali del Fondo sviluppo e coesione e regionali. Basta anche qui farsi un giro e vedere le condizioni in cui versa il parco autobus regionale (vedasi euro “0” e condizionatori a bordo dei mezzi)”.
Enrico Fazio