Sanità: Va tolto il freno a mano
L’ospedale Cardarelli di Campobasso ridotto a un miscuglio di ricoverati Covid e no Covid.
Di pazienti cronici impossibilitati a curarsi e timorosi di portarsi nella struttura di Tappino per curarsi per evitare di incorrere in pericolosi contagi.
E il blocco, seppure temporaneo del pronto soccorso ha generato altri stati di tensione.
Ambulanze ferme, pazienti bloccati e qualcuno, giunto con i familiari con la propria auto, a fare marcia indietro.
C’è chi ha chiamato la polizia per cercare di sbrogliare la situazione.
Situazione che si è venuta a sbrogliare solo nelle ore successive a seguito del ritiro del provvedimento di sospensione delle accettazioni.
Un caso emblematico ma che, da ora in poi, deve vedere un cambio di passo.
Va tolto il freno a mano e si inizi a correre per programmare, al meglio, il domani. Anche perché bisogna smetterla di un sistema sanitario fermo a leccarsi le ferite e attento a fare solo classifica nelle vaccinazioni.
Così come basta con la Regione sordomuta nell’esercitare i suoi poteri, anche legislativi, di adattamento in melius del sistema della salute, funzionali a soddisfare le esigenze di vita delle loro collettività assediate dal coronavirus.
Un dramma ci ha colpito di sorpresa. Una sensazione giusta per gli ignari, non certo per gli irresponsabili di «alto profilo» che hanno contravvenuto ai loro doveri.
Ciò come se nel passato non fossero già passati altri virus che hanno lasciato il segno e generato morti innocenti, del tipo quelle che si sarebbero potute evitare, con comportamenti istituzionali più puntuali, più consoni ai ruoli rivestiti, sia politici che tecnici.