Sanità, Toma battuto sul Pos: finisce 10-9 per le minoranze
Il dato politico è incontrovertibile. Donato Toma non ha più una maggioranza in consiglio regionale. E la bocciatura di oggi, non è la prima, è arrivata su un settore fondamentale come quello sanitario. Il governatore, “tradito” da alcuni fedelissimi, ha abbandonato l’Aula in fretta e furia dopo la votazione che lo ha “condannato”.
La giornata era iniziata con la protesta fuori dal consiglio regionale dei sindacati, a cui si sono uniti anche alcuni consiglieri. In Aula, invece, è arrivato il Programma Operativo Sanitario dopo l’adozione da parte della Giunta senza alcuna concertazione con le parti sociali e senza discussione con i delegati del popolo, ovvero i consiglieri regionali.
Il presidente ha cercato prima di evitare la discussione ponendo una pregiudiziale che è stata bocciata dall’ufficio di presidenza e poi ha dichiarato di parlare come presidente di regione e non come commissario ad acta. E’ seguita una lunga discussione sulla mozione del Movimento 5 Stelle che chiede l’annullamento in autotutela del Programma Operativo Sanitario adottato dalla Giunta. Si è trovata la quadra intorno alla mozione del Movimento e il Pd e Iorio hanno ritirato i rispettivi emendamenti.
La votazione sulla mozione è finita 10-9 per le “minoranze”: hanno votato a favore il Movimento 5 Stelle (Greco, Primiani, Manzo, De Chirico, Fontana e Nola), il Pd (Fanelli e Facciolla) e parte di Fratelli d’Italia (Iorio e Romagnuolo). Contro hanno votato Toma, Pallante, Niro, Cavaliere, Cotugno, D’Egidio, Calenda, Di Lucente e Di Baggio. Cefaratti ha abbandonato l’Aula al momento del voto, mentre Micone si è astenuto.