SANITA’, IL CENTRODESTRA PUNTA AD USCIRE DAL COMMISSARIAMENTO
Si riuscirà, questa volta, a chiudere la partita del commissariamento della sanità in Molise che dura da intollerabili 15 anni? E’ l’interrogativo che si pone, nuovamente, alla luce del documento che la maggioranza in consiglio regionale ha approvato ponendo al centro dell’attenzione sul tema sanità riconoscendo, il Governo, la propria responsabilità dopo che ha assegnato al Molise 90 milioni in due anni e altri 20 milioni, come minimo, sul Fondo Sanitario Nazionale peril futuro. Soldi dello Stato con cui si riconosce, in sintesi, che o cessa il commissariamento oppure lo Stato si deve accollare i debiti vista la situazione “anomala”, riconosciuta tale dalla stessa Corte Costituzionale, in cui versa la sanità del Molise. Un commissariamento che si trascina, ormai, da 15 anni con poteri decisionali così ampi senza peraltro riuscire nell’obiettivo di risanare un debito che, nonostante le chiusure e i disservizi negli anni, è persino aumentato. Solo per restare agli ultimi due commissari e sub: Marco Bonamico e Ulisse Di Giacomo, il peso finanziario è di 200mila euro l’anno ciascuno a carico del sistema regionale. Che tradotto per i 15 anni, ha sfondato il tetto di 4 milioni e mezzo di euro. E senza alcun risultato pratico per le casse della sanità e per i servizi e prestazioni a favore degli utenti. E senza ancora un Piano operativo di programma. Ecco perchè il documento approvato dalla maggioranza in consiglio regionale mira ad arrivare all’eliminazione del commissariamento, alla modifica del decreto Balduzzi e al riconoscimento che la mobilità attiva non può essere inserita nei costi del disavanzo. E SU questo aspetto si attendono, ora, anche le posizioni che dovranno assumere i parlamentari molisani da Claudio Lotito a Elisabetta Lancellotta, da Lorenzo Cesa a Costanzo della Porta