Parole e musica che, dopo 130 anni continuano ad emozionare la popolazione Campobassana
Parole e musica che, dopo 130 anni, continuano ad emozionare la popolazione campobassana: l’inno composto dal maestro Michele de Nigris ha riecheggiato nelle piccole strade del borgo vecchio durante tutta la settimana, una settimana importante dal punto di vista religioso ma con altrettanta stima e devozione la si contempla anche dal punto di vista popolare.
Parliamo dello “zucheta zù”, un rito antichissimo che si collega al Settenario, dedicato alla Madonna Addolorata. La devozione inizia il sabato antecedente la domenica di Passione e si conclude il venerdì prima della Domenica delle Palme; sette giorni di preghiera intervallate dal canto del coro, lo stesso che accompagnerà la statua del Cristo morto per le vie del centro cittadino in occasione della celebre processione del venerdì santo. Nella chiesa di Santa Maria della Croce i componenti del coro, diretto dal maestro Antonio Colasurdo, inneggiano i versi di “Gerico Beata”, onorano il rito di una tradizione antica che si veste di gloria e semplicità, di passione e sentito trasporto.
Una chiesa gremita, una devozione collettiva che all’intimità della preghiera affianca la solidarietà del canto. Un canto che si veste di solennità in uno dei momenti più attesi dai fedeli, il Teco Vorrei; attimi di pura gioia e commozione che anticipano di qualche giorno quanto accadrà nella sentitissima processione del venerdì santo.