Manzo:”Il ghiaccio bollente di Campitello Matese”
<<Mentre il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità la mozione con la quale impegna il vertice della Regione a un indirizzo, chiaro e senza equivoci, da imprimere allo sviluppo delle stazioni sciistiche molisane, il presidente Toma pare non aver gradito la posizione espressa in aula dalla sua ‘maggioranza’. Al punto da bocciare, a mezzo stampa, la decisione assunta>>. Così la portavoce M5S in Consiglio regionale, Patrizia Manzo. <<Alla luce delle dichiarazioni rese dal governatore, apprese questa mattina dal quotidiano regionale “Primo Piano Molise” – sottolinea la portavoce M5S – e in considerazione dell’atmosfera surreale che ormai avvolge la questione ‘Campitello Matese’, ho rispolverato gli atti relativi all’iter di approvazione della legge regionale n.2 del 2019. Con quel provvedimento, esattamente un anno fa, si avviava il processo di fusione per incorporazione delle società Campitello Matese e Korai in Funivie Molise. L’8 febbraio dell’anno scorso il presidente Toma, per evitare il fallimento di Funivie Molise, avviò la procedura per rendere appetibile la società, attraverso l’apporto patrimoniale consistente nelle infrastrutture (in capo alla Campitello Matese) e nel rifugio Jezza (nelle disponibilità di Korai Molise). Intervento che la Corte dei Conti – ricorda Patrizia Manzo – nella relazione di accompagnamento al giudizio di parificazione del rendiconto 2018, definisce ‘rischiosa’ perché configurerebbe ‘una oggettiva fattispecie di soccorso finanziario che avrebbe l’effetto di soddisfare in misura maggiore l’interesse dei creditori sociali rispetto all’interesse pubblico che invece deve essere posto a fondamento della decisione’. Ancora: i magistrati contabili evidenziano che l’operazione di fusione appare in contrasto con gli intenti di dismissione dichiarati, nonché con l’evoluzione della vicenda di Funivie Molise, che ha presentato un ricorso per concordato preventivo. Dall’ultima delibera di Giunta regionale del 7 febbraio scorso, con la quale si da nuovo impulso alla fusione, emerge che nessuno dei creditori si sia opposto alla decisione di fusione entro il termine di legge fissato al 14 gennaio 2020. Neanche il sindaco di San Massimo in capo al quale, a seguito della mozione approvata ieri, dovrebbero ricadere le scelte di governance, la proprietà degli asset e la gestione dei fondi. Nelle conclusioni, il liquidatore della Campitello Matese (la cui relazione è allegata alla delibera del 7 febbraio scorso), dichiara che entro la fine del mese, quindi entro i prossimi 15 giorni, si potrà procedere alla fusione. E, a seguito di questa, adempiere definitivamente alla volontà espressa dal legislatore regionale nella legge n.2 del 2019. Il punto è che la normativa – sottolinea la portavoce del MoVimento 5 Stelle – all’articolo1 sancisce espressamente che l’operazione sia tesa alla definizione di un nuovo modello di gestione della montagna molisana, di cui nessuno ha notizia. Infatti, nel suo intervento in aula, nel corso del dibattito propedeutico all’approvazione della legge di un anno fa, il presidente Toma non ha mai esplicitato la sua vision. Ma ha tenuto a sottlineare, in quella stessa sede, come fin dal maggio 2018 si fosse prodigato per convocare i sindaci dell’area del Matese e gli stakeholders per ragionare insieme sul futuro di Campitello. Ieri in aula, a distanza di 20 mesi, nessun esponente della Giunta si è sentito in dovere di spendere mezza sillaba per illustrare la strategia del Governo regionale che, a questo punto, è lecito pensare non esista proprio. Non solo: viste le dichiarazioni rese al quotidiano regionale, sembra che Toma sia stato sconfessato dalla sua ‘maggioranza’, che ha votato compatta la mozione (tranne un fedelissimo che si è assentato dall’aula al momento giusto). Mozione basata completamente sulla proposta avanzata da 10 sindaci firmatari e dagli imprenditori turistici, relativa alla proprietà delle infrastrutture e, soprattutto, alla gestione di circa 8 milioni di euro, che dovrebbero finire nelle casse del Comune di San Massimo. Sempre che la mozione venga resa esecutiva. Alla luce di tutte queste azioni e reazioni – conclude la Manzo – appare chiaro che Toma sappia cosa vuol fare della nuova società e l’idea che ha maturato a sostegno dello sviluppo delle stazioni sciistiche. Sarà il caso di renderla nota, anche alla sua maggioranza”.>>