Legge sull’editoria: l’intervento in Quarta commissione regionale del nostro editore Federico Mandato

Audizione degli editori molisani in Quarta commissione regionale, nell’ambito dell’esame della proposta di legge n. 74, di iniziativa della Giunta regionale riguardante le “modifiche alla legge regionale n. 11 del 20 maggio 2015 (Disciplina del sostegno all’editoria locale)”.  I vari rappresentanti del mondo dell’informazione hanno rappresentato al Presidente della Commissione Filomena Calenda e agli altri Commissari perplessità sulla proposta di legge in discussione e facendo rilevare rilevare le  problematiche del settore in questo particolare e delicato momento storico rappresentando la necessità di una più profonda modifica della legge in essere. Questo l’intervento del nostro editore Federico Mandato.

“Signori componenti della Quarta commissione regionale colgo, innanzitutto, l’occasione per salutarvi e ringrazio l’intera commissione per averci convocato.

Oggi, ci troviamo nuovamente a discutere di una proposta di legge che riguarda l’editoria. Spero, per raccogliere informazioni tecniche a riguardo in una materia fin troppo semplice ma che sembra complicata per come viene raccontata e, forse pochi consiglieri hanno avuto la lucidità e la volontà di apprendere.  Questa audizione cade nel bel mezzo dell’estate e prossima alla sospensione di agosto delle attività regionali. E cade proprio mentre le difficoltà del settore dell’editoria sono maggiori innanzitutto perché ad oggi ancora non viene saldata la prima annualità per 7/11 delle società partecipanti al bando 2015 su spese che riguardano il 2014.

Invece, ancora una volta, ci troviamo di fatto al cospetto di un articolato di legge che va, nuovamente, a toccare il solo tasto relativo alla possibilità di cumulare benefici a livello nazionale e regionale senza alcuna distinzione. Senza, cioè, andare a disciplinare cosa entra nella eventuale contribuzione nazionale e cosa, invece, in quella regionale. Si è pensato che il problema fosse solo togliere la soglia delle 40mila euro e che tutto fosse cumulabile. Si parla di incentivare l’occupazione e la precarietà dei giornalisti e di questo ci siamo riempiti tutti la bocca in un aspetto fondamentale per i gravi disagi che riveste questa regione e non solo in questo comparto… Ma in che modo la regione debba intervenire nessuno se lo e’ mai chiesto. I pensionati hanno gli stessi diritti? Un giornalista può essere distribuito su tre testate differenti? non esiste un conflitto di interessi? Forse perché facente parte dello stesso gruppo o intergruppo societario? Ma vi siete mai soffermati nel pensare cosa hanno prodotto le radio in questi anni, visto che sono regolarmente finanziate? La ripetizione di prodotti giornalistici in una testata e in un’altra finiscono con il creare doppioni ai soli fini di avere più testate, riconducibili alla stessa proprietà, per ottenere fondi. Basta avere un prodotto editoriale al di là se di quello che si produce?

E, allora, perché è ancora prevista la distinzione delle spese rendicontabili tra il 35% e il 65% se, poi, i giornalisti sono sempre gli stessi e la tecnologia, invece, avanza? Se poi i risultati come già detto sono sempre gli stessi addirittura prevedendo dei limiti comparabili tra i due argomenti (esempio). Trsp, per esempio, è l’unica emittente presente nella prima fascia di Abruzzo e Molise e sottolineo prima fascia perché come nella vita contano i numeri e non le chiacchiere. Prima fascia vuol dire essere nei canali tra il 10 e il 19, per capirci.

Ancora una volta, invece, si parte dalle Modifiche alla legge regionale n. 11 del 20 maggio 2015 “disciplina del sostegno all’editoria locale”, di iniziativa della Giunta presentata al Consiglio regionale e, oggi, motivo dell’audizione. Ancora una volta, attraverso una proposta di legge, si prevede  di apportare delle modificazioni alla legge regionale n.  11/2015 per il sostegno all’editoria e in particolare  si modifica l’articolo 5, avente ad oggetto i casi di esclusione dal contributo, prevedendo l’abolizione del comma 3 che pone il divieto di accesso al contributo medesimo da parte di coloro i quali hanno già usufruito di altri contributi pubblici. E si torna punto e a capo perché presidenti di associazioni hanno cercato di spingere su questo tasto confondendo una seria legge per l’editoria con un’interpretazione autentica di un articolo di legge, prima, e, oggi, con la sola modifica dello stesso articolo. Dimenticando le motivazioni della sentenza del Consiglio di Stato sull’argomento e dell’impugnativa del Governo alla Corte Costituzionale che hanno ribadito come un beneficio economico non può essere cumulabile con qualsiasi altro finanziamento pubblico ottenuto per le stesse spese.

I FATTI

E a questa Commissione, o a parte di essa, i fatti, evidentemente, sono sfuggiti. Il 10 ottobre 2018, il Consiglio di Stato entrando in merito alla questione relativa alla possibilità di beneficiare per una testata giornalistica di contributi a livello nazionale e a livello regionale, riteneva come ciò fosse impossibile.  Pure a conoscenza della sentenza citata, il 12 novembre 2018, i Consiglieri Antonio Tedeschi, Nicola Eugenio Romagnuolo, Paola Matteo e Filomena Calenda, presentavano in questa Quarta Commissione una proposta di legge, contraddistinta con il n. 29, avente ad oggetto: “Interpretazione autentica di norme di cui all’art. 5 della Legge Regionale 20 maggio 2015 n. 11 (Disciplina del sostegno all’editoria locale). La proposta di legge si occupa quindi di fornire, con un ulteriore atto normativo, un’interpretazione autentica dell’articolo 5 della legge regionale n. 11/2015 per quanto concerne la cumulabilità dei contributi previsti per l’editoria dalle leggi nazionali e da quelle regionali. “Stante la diversità sia delle finalità che delle tipologie di spesa ammissibili previste dalla disciplina nazionale e da quella regionale – si legge ancora nella relazione-, la concessione di contributi previsti dalla legge regionale n. 11/2015 deve ritenersi compatibile e cumulabile con quella prevista dalla normativa di cui alle leggi n. 448/1998 e n. 146/2017”. Questo testo di legge, passa a maggioranza in questa stessa Quarta Commissione in data 26 novembre 2018. In appena 14 giorni che, mi pare, rappresenti un record. La stessa proposta di legge viene iscritta, d’urgenza in Consiglio regionale, a firma del consigliere Aida Romagnuolo, e votata lo stesso giorno, 18 dicembre 2018  con 10 voti a favore e l’uscita dall’aula dei gruppi Cinque Stelle, Pd e di qualche consigliere di maggioranza per non essere, evidentemente, complici di una decisione che, era intuibile, potesse essere osservata.

Il 27 febbraio 2019 il Consiglio dei Ministri impugna alla Corte Costituzionale la legge della Regione Molise ritenendo evidente l’interferenza, sia con l’oggetto del giudizio, che col giudicato rappresentato dalla sentenza del Consiglio di Stato, in cui è stata positivamente vagliata la norma del Regolamento attuativo della stessa disposizione oggetto di intervento interpretativo, in quanto legittimamente preclusiva dei divieti di cumulo avallato, invece, dalla legge regionale. Una legge che per il Consiglio dei Ministri “finisce  semmai per stravolgere la ratio dell’articolato in essere – si legge nella relazione – a fini puramente elusivi e per orientare I’esito di un giudizio con indubbia concessione di privilegio ad personam a favore di soggetto imprenditoriale identificabile ex ante”.

Oggi, con questa nuova proposta di legge si torna a rimettere in discussione l’articolo 5 della legge in essere. Per giunta, a ridosso della scadenza per la presentazione delle domande di contribuzione fissata al prossimo 30 settembre 2019.

NELLO SPECIFICO

Mi sarei atteso, pertanto, una nuova legge regionale capace, cioè, di incidere nel nuovo panorama editoriale regionale alla luce, soprattutto, delle innovazioni che si hanno. Mi spiego. Nella ripartizione dei fondi continuano a restare le radio che nulla o ben poco realizzano, a livello giornalistico, in maniera autonoma e che, purtuttavia, rientrano nella graduatoria dei fondi. Sarebbe il caso di prevedere una riduzione dei fondi ad esse assegnate visto e considerato che autonomamente non producono attività giornalistiche preferendo ripetere notiziari di altre testate giornalistiche. Non facendo informazione propria, diventa difficile pensare come possano beneficiare dei contributi finalizzati, proprio, alla comunicazione. Nel momento in cui, poi, i mezzi televisivi sono alle prese con la necessità di investire nei sempre più innovativi mezzi che permettono migliori prestazioni a tutto vantaggio dei tecnici e dei giornalisti che si trovano a doverli utilizzare. Ritengo, ancora, che anche i giornali della carta stampata stiano subendo i disagi dovuti alla contrazione della pubblicità e al costante aumento del costo della carta. Discorso a parte per gli on-line, di cui ricordo ne sono anche editore con la testata Tutto Molise, che hanno necessità irrisorie di investimenti rispetto al settore televisivo e a quello della carta stampata. E anche in questo caso alcune testate coincidono con società che editano anche altri prodotti comunicativi.

Quindi, si vogliono mantenere le medesime ripartizioni e, dunque, se domani le 7 TV molisane si trasformassero tutte in testate on-line e una persona anziana accendesse la Tv e non trovasse nessun segnale, la colpa di chi sarebbe? Dell’imprenditore che deve fare i propri interessi o del legislatore che non ha inteso premiare chi deve mantenere le regole dettate dal Ministero per lo Sviluppo Economico, dall’Agcom, dal Corecom, dall’Auditel, dal Tribunale di competenza, ecc…?

Mi sarei aspettato un discorso diverso  per il settore televisivo che ha necessità di maggiori impegni finanziari per la presenza di ponti, impianti di trasmissione, consumo di energia elettrica, aggiornamenti tecnologici continui oltre che le attrezzature dalla telecamera, ai microfoni, ai sistemi di regia e messa in onda e di montaggio.   Da qui la necessità di eliminare anche la divisione della percentuale del 65% e del 35% per le voci di legge. Al pari, di avere il quadro dettagliato di chi lavora per una testata giornalistica e solo per essa e separare presenza di uno stesso giornalista presente in diverse testate.

E, per restare in tema della proposta di legge presentata dalla Giunta regionale, saremmo anche propensi ad una cancellazione del limite dei 40mila euro ma nella consapevolezza di quale società partecipa al bando nazionale e quale a quella regionale. Senza frapposizioni di interessi.

Una nuova proposta di legge sull’Editoria, allora, in grado di rilanciare l’intero settore dell’informazione regionale, permettendo ad esso un importante salto di qualità con l’obiettivo di sostenere l’innovazione del settore, favorire l’occupazione con maggiori investimenti per il settore televisivo sicuramente tra i più vivaci e dinamici e altrettanto sicuramente al centro di un processo di grande trasformazione tecnologica. Prevedendo, semmai, un protocollo con il sistema bancario  per un accesso tempestivo ai contributi, così come di contributi anche in conto capitale per l’innovazione tecnologica.  Favorendo l’innovazione organizzativa e tecnologica, sarà possibile al contempo salvaguardare i livelli occupazionali e contrastare la precarizzazione del lavoro giornalistico, tutelandone la qualità e la professionalità.

Cari consiglieri pro tempore, fate qualcosa di serio perché, forse, sarete gli ultimi consiglieri del nostro Molise e non dite che avete avuto poco tempo, perché siete voi che volete fare in fretta e, penso, che non solo si continuerà a sbagliare ma sarà oggetto di un ennesimo danno erariale nei vostri confronti.

E allora sottopongo alla Vs commissione nonché all’intero consiglio regionale le seguenti modifiche:

  • Abolizione del riparto del 65 e 35 per cento cosi come oggi previsto;
  • Riduzione fino ad un massimo di 50 mila euro per le radio, gli on line;
  • Elevare l’importo complessivo di dotazione della legge sull’editoria a € 1.500.000,00;
  • Concedere un bonus del 20% a tutte le tv;
  • Modifica dell’articolo 4 comma 2 della Legge regionale 11/2015. L’articolo 4 comma 2 lettera a), là dove chiede di “essere iscritti nel registro degli operatori della comunicazione (R.O.C.), Sezione Molise, di cui alla legge 31 luglio 1997, n.249, da almeno tre anni, o dal 2012 nella categoria per la quale si chiede il contributo”, va sostituito prevedendo l’accesso al contributo regionale con la iscrizione al ROC a prescindere dalla categoria di iscrizione;
  • Aggiunta del comma 4 all’articolo 4 della Legge regionale 11/2015. “4. Nel caso di subentro di un nuovo editore in una testata già esistente, quest’ultimo potrà beneficiare dei costi sostenuti dal precedente editore ai fini del riconoscimento del contributo regionale, depositando in sede di presentazione della domanda l’atto di cessione della testata editoriale”.”