L’ A.S.Re.M. vuole rilevare le quote del Gemelli Molise

Si resta basiti dinanzi allo stracciarsi delle vesti, oggi, per la vicenda Gemelli Molise. Chi a chiedere che sia l’Asrem a rilevarne le quote (dicasi almeno 40 milioni di euro), chi a invocare la politica, chi a fare sterile demagogia. Si resta basiti perché la questione Gemelli, oggi, Cattolica, ieri, nessuno ha inteso affrontarla nei giusti doverosi canali in questi lunghi 20 anni. Eppure, già nell’ottobre del 2000 si parlava dei problemi che si sarebbero avuti nel momento in cui la Cattolica e il Cardarelli non avrebbero trovato un’integrazione tra servizi e prestazioni. Ed emergeva la questione alla luce del primo accordo che l’allora presidente della giunta regionale, Giovanni Di Stasi, aveva sottoscritto con la Cattolica e con il quale apriva le porte a una struttura ospedaliera più che a un Centro di ricerca di alta specializzazione così come, invece, era stata pensata la struttura sanitaria. Un centro che l’allora sottosegretario Florindo D’Aimmo aveva spinto perché fosse ospitato in Molise per un bacino di 4 milioni di abitanti. Da Centro trapianti, a centro universitario di Medicina ai reparti di alta specialistica. Poi, tutto tramontato per scelte scellerate di chi è venuto dopo. E per le proteste di quanti non volevano l’integrazione tra Cattolica e Cardarelli. Certo, dalle idee e dalle azioni di due giganti della politica molisana: Lapenna e D’Aimmo ai nani politici che hanno fatto seguito. Che non hanno avuto idee né, tantomeno, hanno messo in campo una programmazione. E oggi tutti a stracciarsi le vesti. Invece, di fare un’attenta riflessione sulla storia e sul perché tutto questo sia accaduto. E, di conseguenza, trovare una soluzione