INCENDIO CAMPOMARINO, POLEMICHE SU MEZZI AEREI NON IN REGIONE

l’incendio della pineta di Campomarino, nonché quelli che hanno riguardato Guglionesi e San Giacomo degli Schiavoni, apre la partita DEL PIANO ANTINCENDI. E c’è un perché. Nel documento di 178 pagine approvato il 31 maggio del 2004, era previsto, nel periodo in cui vige lo stato di “grave pericolosità” ovvero dal 15 giugno al 20 settembre, la presenza sulla pista di Campochiaro, della Protezione civile, di due elicotteri : uno operativo e finalizzato proprio allo spegnimento e un ricognitore per gli avvistamenti incendi. I due mezzi erano in fitto da una società aggiudicataria della gara di appalto per circa 300mila euro. A questo sistema venivano affiancate altre unità di personale antincendio boschivo assunti a tempo determinato e dislocati in alcuni centri. Di questo piano, però, dal 2013, è stata cancellata la presenza degli elicotteri sulla pista di Campochiaro fidando solo dell’intervento dei mezzi statali. Questi, però, dovendo decollare da Roma impiegano 40/45 minuti per raggiungere il Molise così come si è registrato per l’incendio della pineta di Campomarino. Del resto, la stessa delibera di Giunta regionale la numero 174 del 17 giugno 2021, in merito agli incendi boschivi, non ha fatto altro che rimandare a quella precedente del 2018 dove venivano indicati alcuni passaggi ma non si aggiungeva la possibilità dell’uso di elicotteri presenti già sul territorio molisano. A questo si aggiunge che sono stati i precari della Protezione Civile del Molise, tra l’altro ancora in bilico per la mancata stabilizzazione, a coordinare le squadre degli Operai Forestali, presenti su tutti gli incendi, dalla Sala Operativa Unificata Permanente di Campochiaro, attivando la flotta aerea dello Stato. Purtroppo, il Centro operativo aereo, non ha potuto inviare un ulteriore mezzo aereo, perché già impegnato in altra parte del territorio italiano, che sarebbe stato certamente utile per far sì che gli incendi non si estendessero. E’ evidente che a fronte di questa realtà qualora fosse stato in essere ancora il Piano del 2004, la tempestività di intervento avrebbe, forse, potuto mitigare il fronte del fuoco che la mano dell’uomo ha causato.