IACP, TUTTO RESTA IN ALTO MARE

Resta una partita aperta quella degli Istituti case popolari di Campobasso e Isernia in attesa che la riforma approvata dal consiglio regionale dieci anni fa riesca ad entrare in vigore. E’ l’assurdo di una regione che non riesce a ridefinire gli ambiti e i ruoli degli ex istituti case popolari che sarebbero dovuti essere soppiantati dall’Ente di edilizia sociale, così come da legge approvata in consiglio rgeionale nel 2014, ma che non è mai entrata in vigore. E, così, ci si trascina con la nomina dei commissari liquidatori dei vecchi Istituti come da delibera di Giunta regionale numero 403. Tutto questo, mentre montano le proteste degli inquilini delle case popolari per diverse ragioni. Intanto, sono 5.500 le abitazioni popolari delle quali 4,000 in provincia di Campobasso e 1.500 in quella di Isernia. Proprio per le situazioni pregresse diventa difficile programmare, all’interno degli Iacp, gli interventi ordinari di manutenzione. Ma c’è anche chi attende piano di alienazione per potere riscattare l’alloggio dopo anni di fitti. Situazioni che richiederebbero, da parte degli enti tra l’altro svuotati di personale, particolari attenzioni e misure tecniche che continuano ad essere assenti. Al pari di possibili investimenti per nuove abitazioni soprattutto in un momento di contrazione dell’edilizia abitativa. La prosecuzione della gestione liquidatoria dei due Istituti case popolari e l’impossibilità di fare partire la legge con l’istituzione degli Eres, ente regionali di edilizia sociale, dovrebbe portare il consiglio regionale ad una riflessione, attenta, sull’efficacia di quella legge promulgata e, nel caso, correggerla.