FRESILIA, TRA RITARDI E DEMAGOGIA

Il caso degli 8 chilometri che interessano il completamento della fondovalle Fresilia, che dovrebbe chiudere il collemaneto tra le fondovalli Bifernina e Trignina e portare Agnone a collegarsi a Campobasso in mezz’ora liberando di fatto l’intera area dell’alto e medio Molise dall’isolamento, è emblematico di quanto si sta avendo nel corso di questi anni in Molise. Opere infrastrutturali necessarie, finanziate ma non portate a compimento. Con il rischio di perdere, pure, i soldi a disposizione. Per incuria, incapacità politica e gestionale e voglia di amministrare. Ma anche di demagogia allo stato spicciolo visto e considerato che il caso Fresilia è stato rilanciato in occasione delle elezioni provinciali di isernia come se fosse la prima volta che se ne parlasse. Eppure, il progetto di fattibilità tecnica ed economica e lo studio geologico, finalizzato all’esecuzione dei lavori di completamento della Fresilia in direzione Sprondasino, per  un importo totale di 40 milioni di euro – sono stati approvati all’inizio del febbraio del 2019 e la Regione Molise, nell’aprile dello stesso anno, ha attivato l’intervento individuando la Provincia di Isernia come soggetto attuatore. Il problema sta tutto nel tracciato, soprattutto quello si snoda da Duronia fino a Bagnoli del Trigno un’area vasta, sottoposta a vincolo paesaggistico per la quale non sarebbe stata avviata alcuna procedura di richiesta di variazione del tracciato o di modifica degli stessi vincoli. Ma perchè nessuno è intervenuto nella fase pre progettuale per modificare i vincoli o il tracciato? Ora, per non perderei fondi bisogna riprogrammarli per altre opere e procedere con un mutuo per andare a coprire i 40 milioni di euro per la Fresilia. E siamo al punto di partenza. Una delle tante infrastrutture che restano ferme, per qualcosa come 200 milioni di euro, come se fosse una fatalità. Nell’inerzia gestionale politica e nell’incapacità di risolvere i problemi. E il Molise ne paga le conseguenze