FACCIOLLA: LA REGIONE NON NE AZZECCA UNA!
“La legge regionale sulla caccia ai cinghiali è ‘fuori legge’.
Quello che accade nella nostra regione da oltre tre anni ha dell’incredibile”. Lo scrive il consigliere regionale, Vittorino Facciolla. “Questo è ancora più vero se si parla dell’assessorato all’Agricoltura. Era palese che la norma regionale sulla caccia al cinghiale fosse illegittima ma adesso arriva la conferma dalla Corte Costituzionale che ha dato ragione alla Presidenza del Consiglio che aveva presentato ricorso contro la legge della Regione Molise.
Questa volta l’errore commesso dall’assessore Cavaliere è quello di aver esteso il periodo di caccia al cinghiale per tutta la durata della stagione venatoria, lo ha fatto con l’articolo 12 comma 5 della legge della Regione Molise 30 aprile 2020.
La Presidenza del Consiglio dei Ministri ha presentato un ricorso contro la legge regionale in virtù della legge n.157 dell’11 febbraio 1992 ‘Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio’ che prevede standard minimi di tutela della fauna sull’intero territorio nazionale, non derogabili in peius nell’esercizio della competenza legislativa residuale regionale in materia di caccia’.
In buona sostanza il nostro assessore, invece che mettere in campo norme aventi valenza regionale o misure mitigative anche a valere sul Programma di Sviluppo Rurale (che aveva la necessaria capienza) per difendere le proprietà degli agricoltori fortemente danneggiate dagli ungulati, ha fatto altro e con la sua legge sulla caccia al cinghiale ha invaso il campo di competenza che, in questo caso, è esclusivamente dello Stato.
A guardare i risultati di questo triennio è chiaro che l’assessore Cavaliere ha completamente trascurato l’ambito dell’Agricoltura, tralasciando ogni attività o programmazione, per dedicarsi esclusivamente a quello della Caccia.
La brutta notizia è che non è stato capace di fare neanche quello rendendo così palese un fallimento a 360°.