Facciolla attacca l’assessorato all’Agricoltura
Così il consigliere regionale e segretario regionale del Pd Vittorino Facciolla: “Sul malandato andamento dell’assessorato all’Agricoltura, la risposta datami da Nicola Di Lisa è una smentita che conferma. Infatti non fa altro che confermare lo stato comatoso in cui versa la pubblica amministrazione regionale.
Se, infatti, ad un attacco di natura politica quale il mio risponde la struttura amministrativa si dimostra una confusione di ruoli mai vista e molto probabilmente il riecheggiare del mio nome in assessorato ha fatto perdere definitivamente la parola a qualcuno. In ogni caso la nota del dott. Di Lisa è a dir poco imbarazzante perché dimostra parola per parola la giustezza dei miei rilievi sia in ordine ai ritardi, sia in ordine all’assoluta incapacità di guidare l’assessorato e, di questo, più di chiunque altro ne hanno consapevolezza gli agricoltori. Resta tuttavia l’utilità dei miei rilievi perché, grazie a quelli, solo in data odierna, è stata fatta una determina (n. 3214 del 29 giugno 2020) in cui da un lato si proroga la scadenza per la richiesta di carburante agricolo al 31 luglio e dall’altro si dice di consentire l’accesso agli uffici nel rispetto delle regole dettate dai provvedimenti. I dipendenti possono accedere agli uffici purché siano muniti di dispositivi di protezione. Quindi solo oggi l’assessorato sta organizzando il ritorno dei dipendenti negli uffici. Da ultimo mi preme sottolineare che la scelta di non dare il carburante agli agricoltori che non hanno più le condizioni soggettive solo perché lo hanno chiesto le organizzazioni di categoria dimostra l’inidoneità dell’assessore a svolgerebbe le proprie funzioni. Voglio significare che non attribuire il gasolio a soggetti che hanno i terreni equivale a costringere gli stessi ad abbandonare quelle terre e a non garantirgli una quanto mai opportuna integrazione del reddito specie in questo difficile momento storico. E se nel Molise, con la scelta di non assegnare carburante ai pensionati, siamo in controtendenza rispetto alle scelte di tutte le altre regioni italiane, qualche motivo deve pur esserci. Se infine si considera che il Molise perde l’1 per cento della superficie agricola ogni anno, questa scelta assume un peso ancora più grave perché come noto, altri terreni abbandonati non aiutano il già grave problema dei cinghiali, nè nel tentativo di contenere frane e dissesti”.