Disastro Molise, Fanelli: “falliti i piani dell’assistenza ospedaliera e territoriale, evitiamo la débâcle anche per i vaccini

La situazione sanitaria diventa ogni giorno più tragica e il Molise, come annunciato, entra ufficialmente in fascia arancione e “conquista” il triste primato dell’indice RT più alto d’Italia. La variante inglese continua a flagellare e i giornali nazionali riportano il dato allarmante del 50% dei tamponi positivi alla variante, presente soprattutto nei 28 comuni della zona Rossa in Basso Molise, che ora Toma proroga ed amplia. Ma sta allungando i suoi pericolosi tentacoli verso l’intero territorio regionale, così come dimostrano le sequenze genetiche, che indicano una pervasiva diffusione del nuovo ceppo virale in ogni parte del territorio e di età, ora anche tra i più giovani. Lo scrive il capogruppo Pd, Micaela Fanelli. A fronte dell’urgenza ormai diventata emergenza, i vertici sanitari molisani restano in stato confusionale. Triste ed indicibile il balletto sulla riapertura dell’ospedale Vietri che, ad oggi, non si sa come e quando sarà attivato, dopo l’ok del Ministero della Sanità, mentre gli elicotteri che trasportano i molisani verso ospedali di fuori regione sono ormai una triste realtà quotidiana, perché i 36 posti sempre assicurati dalla Regione e dall’Asrem, come ripetiamo e denunciamo da mesi, non ci sono mai stati. E registro, solo l’ultima, ennesima, diatriba tra il Commissario Giustini e il Dg Florenzano, con l’uno che attiva e poi sospende il Centro Covid al Vietri nell’arco di poche ore e l’altro che, dopo aver dimostrato tutta la propria incapacità operativa, ostacolato il Vietri, oggi si dice pronto a mettere in atto le disposizioni commissariali ma con tanti di quei ‘caveat’ che il suo ‘si’ sembra un ‘no’. Dimenticando che se siamo arrivati a questo punto, molto è da ascrivere al suo demerito e alle sue – e di Toma – improvvisazioni gestionali e comunicative, per le quali il Molise sta pagando un prezzo enorme. Nel mentre si continua a prendere in giro tutto il Basso Molise, dove la gente muore, senza ospedali e senza certezze, umiliato, dimenticato, abbandonato ai “sembrerebbe, sembrerebbe, sembrerebbe”. Perché solo in Molise, l’uso dei verbi al condizionale, da 1 anno, è la sola certezza. Onestamente, mai avrei pensato che si potesse raggiungere un tale, pericolosissimo stato di disorganizzazione generalizzata. Serve agire e subito, serve attivare nuovi posti Covid ad alta, media e bassa intensità, serve non fermarsi sulla messa in funzione del Vietri, serve potenziare la medicina sul territorio, serve una seria valutazione sulle scuole e organizzare, accelerare e comunicare con precisione gli aspetti collegati al piano vaccinale. Solo in queste ore, per esempio, è stato reso noto chi degli ultraottantenni sarà vaccinato domani. E mi domando, sono stati tutti contattati dalla Asrem o è lasciato in capo agli anziani anche l’onere di reperire le confuse informazioni dell’azienda sanitaria e organizzarsi in meno di 24 ore? Per quelli che hanno chiesto la vaccinazione a domicilio si slitta, per gli altri si segue un ordine che prevede ripartizioni territoriali. Ma spiegatelo bene e con semplicità a tutti!

Proprio sui vaccini, anche il nuovo premier Draghi ha esortato ad assicurare la priorità assoluta, per raggiungere l’obiettivo di metà della popolazione italiana immunizzata entro l’estate. Le altre regioni stanno già correndo, e il Molise che fa? Al 5 febbraio erano state somministrate 13079, a l’altro ieri 15530; togliendo le domeniche significa che sono state somministrate circa 220 dosi al giorno. Si palesano quindi le domande sull’organizzazione futura. Quale è il back-office per convocare coloro che non possono o non sanno fare la prenotazione on line? Qual è il piano per non sprecare le scorte che rimarranno a fine giornata e per allertare una conseguente lista di persone “in panchina”, così come fatto dalle altre regioni?

Come da noi più volte suggerito, si valuti la possibilità di aumentare i punti vaccinali e potenziare la vaccinazione a domicilio da subito e per le persone che non possono raggiungere gli ambulatori, perché non hanno accompagnatori, ci si attivi.

Coi Comuni e gli ambiti sociali va verificata la percorribilità per gli spazi e l’organizzazione di supporto. I Sindaci stanno mandando anche gli sms informativi. Alcuni correttamente informano coi manifesti. Qualcuno sta persino organizzando un servizio di trasporto gratuito che riduca i disagi. Tanta buona volontà, nessun coordinamento regionale, tutto lasciato all’iniziativa dei primi cittadini, dei volontari, del territorio. Tutti completamente soli insieme alle loro comunità. E torniamo a proporre la cosa più facile da fare: che la Regione coordini e supporti l’intera gestione (come dovrebbe fare e finora non ha mai fatto) facendo funzionare anche la parte sociale e socio/sanitaria. Su questo, presenteremo a breve un atto specifico al riguardo. L’ennesimo. Ancora, dal territorio continuano le denunce di persone di fatto abbandonate, che non vengono contattate dall’Asrem né per il tracciamento né per l’assistenza in caso di sintomi conclamati. E nemmeno i positivi a casa hanno una qualche forma di vicinanza. Si sono cercate cooperative che lo facessero, e poi queste non hanno trovato personale. E intanto, non si è chiesto aiuto a chi i servizi già li gestisce. Altro errore! E ancora, perché non si attiva un Usca almeno per il basso Molise, come discusso e deciso in Consiglio regionale? E per le scuole, a fronte del giustificato timore per la diffusione e la virulenza della variante inglese che mette a rischio i più piccoli, chi sta decidendo qualcosa di sensato e per tempo? Perché le organizzazioni sindacali, nonostante le reiterate richieste, non vengono convocate per decidere, insieme, se sia il caso di appellarsi al principio di precauzione e chiudere, ove vi siano le evidenze, per un tempo limitato, tutti gli istituti scolastici, attivando al contempo la didattica a distanza per tutte le scuole? Perchè attualmente, con la zona arancione la DaD è attiva solo per gli Istituti superiori e permane la facoltà in capo ai presidi di decidere se aprire in presenza al 50% o al 75%. Regione ed Asrem aspettano, anche in questo caso, che scoppi l’emergenza tra i nostri bambini e ragazzi? Ci vuole il parere tecnico, ma magari questa volta evitiamo che arrivi dopo che la frittata è fatta! E mentre il panico e la rabbia sono sempre più diffusi, l’incertezza regna sempre sovrana. Non per colpa del virus, ma per precise responsabilità del Presidente Toma, del Dg Florenzano e di tutta la struttura commissariale. Lavorate con maggiore coesione e unitarietà. Senza frapporre reciprocamente ostacoli. E ove serva, ad esempio per i vaccini, individuate una o più persone competenti, responsabili e dedicate. Le prove fin qui date sono tali per cui chiediamo qualcuno di capace almeno per accelerare l’immunizzazione.