Consiglio Regionale sulla sanità, seduta confusionaria

Non abbiamo fatto in tempo a scrivere dell’inutilità dell’ottava seduta monotematica del consiglio regionale sulla sanità che si è confermata la nostra tesi. Nella giornata consiliare è successo tutto e il contrario di tutto. Si è partiti con due mozioni: una dei quattro consiglieri di maggioranza, Michele Iorio, Gianluca Cefaratti, Salvatore Micone e Aida Romagnuolo con la quale si impegnava il commissario Donato Toma a ritirare il Piano operativo sanitario e l’altra mozione dei Cinque Stelle che oltre al ritiro del Piano aggiungeva la necessità della revisione dei budget alle strutture sanitarie private. Dopo una discussione protrattasi fino alle ore 22, e il tentativo di giungere ad un’unica mozione con la quale si impegnava il presidente, Donato Toma, a chiedere ai ministeri competenti di sospendere la valutazione del Programma Operativo 2022-2024, nelle more della ricezione delle osservazioni del territorio e a sollecitare la sottoscrizione di nuovi accordi contrattuali alle strutture private convenzionate prevedendo il blocco dell’extra budget, al fine di evitare l’aggravarsi dei contenziosi, mozione sottoscritta anche dal presidente Donato Toma e dagli assessori, per evitare ulteriori spaccature è sbucato l’emendamento a firma del consigliere Michele Iorio con il quale si impegna il presidente a chiedere ai ministeri competenti di sospendere la valutazione del Programma Operativo 2022-2024 e a comunicare ai misteri stessi l’apertura di un confronto istituzionale/politico con il governo e con il consiglio regionale sulla bozza del Piano Operativo Sanitario”. Ovvero, cancellata la parte della revisione dei budget rispetto alla sanità privata. E su questo emendamento si è ricompattata la maggioranza ottenendo 11 voti a favore contro i sei consiglieri dei cinque stelle. Assenti i consiglieri del Pd. E, come al solito, nessun atto pratico se non la considerazione che la sanità privata accreditata sbaraglia tutti i campi.