COMUNITA’ MONTANE IN LIQUIDAZIONE MA ATTINGONO ANCORA FONDI
Sono state soppresse dieci anni fa ma costano ancora ai contribuenti molisani quasi 1 milione e 800mila euro l’anno. Sono le mai estinte comunità montane per le quali c’è una ipotesi di riforma che, però, staziona in commissione senza trovare la strada della discussione. La liquidazione di questi enti – che è la fase precedente all’estinzione vera e propria – ha trovato molti ostacoli ed è andata parecchio a rilento: la vendita di tutto il patrimonio, dai mezzi, agli arredi agli immobili, “si è protratta più del dovuto” tanto che ad oggi l’estinzione è ancora impossibile. Ricordiamo che le comunità montane, che sono dieci, e guidate da quattro commissari liquidatori, assolvono a compiti delicati. Prendiamo il caso della più importante di esse, la Molise Centrale, titolare di tutte le autorizzazioni dell’impianto di smaltimento rifiuti di Montagano che, tra l’altro, starebbe raggiungendo la saturazione mettendo in ginocchio i comuni che vi sversano i rifiuti a partire da quello di Campobasso. La Regione continua a pagare la gestione di un sistema che, però, non garantisce più nemmeno i servizi ma è diventato un centro solo di spesa. La legge di stabilità 2019 aveva stabilito il termine finale al 31 dicembre 2019 delle Comunità montane. Poi, si è proceduto alla proroga annuale della gestione liquidatoria ed è ancora in essere fino al 30 di questo mese. Che succederà, ora, in assenza di una proposta di riforma pure sbandierata? E’ questo l’interrogativo che pesa sulle tasche dei cittadini e dei comuni e senza servizi garantiti.