CENTRODESTRA IN REGIONE: MASSIMO ROMANO RINUNCI ALLE SUE INDENNITA’

Resta alta la tensione politica sul secondo Sottosegretario in Regione. Intanto, i consiglieri regionali di centrodetra puntano il dito su Massimo Romano.

«Massimo Romano, alias Carlo Collodi, – si legge nella nota della maggioranza di centrodestra in Consiglio regionale  – non si smentisce mai e si distingue sempre per raccontare solo le pseudo-verità che gli conviene di narrare. Per il resto, è degno per essere il migliore erede dello scrittore delle avventure del burattino dal naso lungo.
Siamo abituati tutti alle ‘Romanate’ del Massimo da Bojano, il trottolino della politica molisana, radici familiari e politiche incardinate nel centrodestra, un suo passato vicino al centrodestra (vedi elezioni Comunali 2016 a Bojano perse da candidato sindaco con candidati consiglieri del centrodestra e Comunali di Campobasso perse nel 2014 da dietro le quinte dopo aver spaccato il centrodestra).
Tra le sue sonore sconfitte ricordiamo, le Comunali di Campobasso da candidato sindaco nel 2009 e le Regionali nel 2013 da candidato Presidente. Entrambe sempre caratterizzate dalla guerra al Partito Democratico, avversato anche qualche settimana fa a Campobasso (con dichiarazioni al vetriolo durante il comizio di chiusura in Piazza Vittorio Emanuele), prima di trovare intese per qualche poltrona e, probabilmente, per una promessa per essere il candidato Presidente della Regione Molise nel 2028.
Siamo abituati alle sue ‘Romanate’ del moralista del tipo ‘io sono l’unico onesto, tutti gli altri i disonesti e incapaci’.
Siamo abituati alle sue ‘Romanate’ senza coerenza con virate di pensiero dalla sera alla mattina. Vedi le ultime elezioni Comunali di Campobasso con bordate continue a PD e 5 Stelle prima di tornare sui suoi passi in cambio di poltrone e promesse future. Un’orgia politica con tanto di presa in giro ai propri elettori che credevano di votare una coalizione distante da centrodestra e, soprattutto, da quel centrosinistra, PD in primis, che Massimo Collodi combatte da sempre.
Dopo questa doverosa premessa del Massimo Collodi, tornando al tema del Sottosegretario alla Giunta Regionale del Molise, innanzitutto va precisato come questa figura è stata inserita nello Statuto Regionale nel 2018 dal centrosinistra, oggi suo alleato. Poi, va detto come, rispetto al secondo Sottosegretario, si sia già ripetuto più volte che i costi della Segreteria Particolare andranno ricavati dal budget complessivo già previsto con una rinuncia di parte della quota complessiva già in bilancio per le altre Segreterie. Ergo, nessun costo aggiuntivo, ma semplicemente una ripartizione secondo quanto già in bilancio. Ma evidentemente il “Collodi molisano” preferisce utilizzare questa arma populistica per giustificare il suo compenso da 11.250 euro lordi al mese sulle casse della Regione Molise, sul cui bilancio sarà destinato a restare a vita. Considerato  che ritorna sempre sui costi della politica, preferisce sottacere sul fatto che, rispetto ai suoi coetanei, Massimo Collodi ha già maturato il vitalizio per la sua permanenza in Consiglio Regionale dal 2006 al 2013 (circa duemila euro al mese), incrementando il suo peso sulle casse regionali in questa legislatura (altri circa 500 euro al mese). Rispetto ai suoi coetanei e questo evidentemente non conviene dirlo, si è assicurato una bella cassaforte per la sua tranquillità pensionistica. Un vitalizio, tra le altre cose, maturato sempre all’opposizione, dunque, senza grandi responsabilità nella sua attività politica.
Chiudendo e tornando al tema in questione, dunque, il secondo Sottosegretario non graverà sul bilancio regionale, ma sarà una figura di supporto del Presidente e della Giunta. E su questo la maggioranza di centrodestra sfida chiunque a sostenere il contrario. Perché questa è la verità e non le bugie che vuole far credere Massimo Collodi.
Nella sua battaglia ai costi della politica, sfidiamo lo smemorato di Collegno a ricordare come, durante la sua militanza nell’Italia dei Valori, abbia vissuto nel paese di Bengodi, quel regno che oggi finge di combattere, che invece durante la sua prima vita politica gli ha permesso di usufruire di una Segreteria politica dal costo di centomila euro all’anno e maturare un cospicuo vitalizio (privilegio di così grandi dimensioni che oggi non c’è più, cambiando nei termini).
Sfidiamo il Generale Romano, dunque, a proseguire la sua battaglia, coinvolgendo i suoi colleghi delle minoranze per rinunciare a quei vitalizi tanto odiosi ai molisani, costretti a pagare chi non riveste più la carica di consigliere regionale, a discapito di tanti giovani che sono stati costretti negli anni ad andare via da questa regione. Romano, dunque, rinunci al vitalizio? I molisani fiduciosi attendono…»