Centri per l’Impiego ridotti all’osso

Mentre in Italia il dibattito su come spendere i miliardi di euro messi a disposizione dall’Europa, attraverso i il Recovery Plan è sempre più intenso, in Molise ci stiamo limitando a vivacchiare a partire dalle politiche attive del lavoro. Emblematico il caso dei Centri per l’Impiego ridotti, ormai, all’osso. Sono settimane, forse mesi, che questi uffici sono chiusi al pubblico, con la conseguenza che l’utenza che vi si rivolge, spesso poco digitale, non riesce ad avere un semplice documento o attestato, spesso obbligatorio per avere un contratto di lavoro o un qualche sussidio. Insomma, le Politiche Attive, sulle quali sono annunciati miliardi di euro di interventi, e su cui occorre essere pronti e reattivi a cogliere le tante opportunità in arrivo, continuano a essere marginalizzate da qualsiasi programmazione e progetto. È assurdo, infatti, che a distanza di mesi non si sia riusciti a organizzare un servizio, anche minimo, in presenza, a favore di quanti non hanno dimestichezza di internet. Intanto, ci sono i fondi per 35 assunzioni tra nuovi concorsi e stabilizzazioni. Ma tutto resta fermo. E’ l’unico caso in Italia e il rischio è che i soldi possano essere riassorbiti dal governo proprio perché non utilizzati. Possibile che l’assessore al personale, Quintino Pallante, non riesca a trovare la quadra per i concorsi? Eppure su un tema fondamentale come i Centri per l’Impiego in periodo di crisi sociale ed economica ci si attenderebbe maggiore attenzione e la sensibilità di chi amministra