CASO PALLANTE DIRETTORE ARPA MOLISE, LA CORTE DEI CONTI CHIEDE LA RESTITUZIONE DI 98MILA EURO

Finisce dinanzi la Corte dei Conti il caso dello stipendio più alto percepito dall’allora direttore dell’Arpa Molise, Quintino Pallante. A Febbraio 2013, l’allora direttore dell’agenzia dell’ambiente , Arpa Molise, Quintino Pallante, chiede alla Giunta regionale l’aumento di stipendio e premio di risultato, ovvero bonus e salario più alto di 20mila euro , equiparato a quello del manager dell’Asrem. Tradotto sempre in cifre una busta paga a fine anno di circa 166mila euro lordi. La richiesta viene avallata da un parere legale e da quello del funzionario e inoltrato all’allora Giunta regionale che ne prende atto. La Giunta, infatti, – assenti gli assessori Angiolina Fusco Perrella e Michele Scasserra – accoglie la richiesta dello stesso Pallante per «l’esatta quantificazione del trattamento economico», in relazione a quanto disposto dal contratto di prestazione d’opera, sottoscritto il 17 maggio del 2012, dopo che il commissario straordinario dell’ente – nominato a gennaio del 2012 – è stato promosso direttore. L’articolo 6 del contratto dice testualmente che al direttore generale dell’Arpa Molise venga corrisposto un compenso annuo pari a quello fissato per il direttore generale dell’Asrem. Tradotto in cifre, la bellezza di 166mila 464 euro lordi all’anno, e a decorrere dall’8 maggio del 2012. Oggi, la Corte dei Conti ha ritenuto illegittimo quell’aumento e inviato una richiesta di restituzione di oltre 98mila euro agli allora assessori regionali: Antonio Chieffo, Gianfranco Vitagliano, Filoteo Di Sandro e Luigi Velardi. Questi ultimi, però, hanno respinto l’addebito e diffidato, a loro volta, la Regione Molise a procedere al recupero della somma indebitamente percepita da Quintino Pallante così come sanzionata dalla Corte dei Conti. In ogni caso resta aperta una questione etica in attesa che si definisca quella giuridica