CAMPOMARINO, SULL’INCENDIO DELLA PINETA APERTA INCHIESTA

Solo cenere e tanto carbone. Tutto è grigio in quella che fino a domenica era la verde pineta Vallona di Campomarino. Una pineta nata negli anni cinquanta e che a distanza di 70 anni raccontava ancora un passato capace di guardare al domani e assicurare ai tanti un panorama da cartolina, un riparo nelle giornate più calde, e la suggestione dei pini di Aleppo. Oggi, è la desolazione l’immagine che si ha dinanzi e il senso di morte che si respira anche perché sotto il manto di cenere i resti di centinaia di animali uccisi dal fuoco. A partire dalle tartarughe che, pure, si erano rifugiate in quella pineta per la deposizione delle uova. Oggi, il fuoco ha cancellato i 70 anni che sono serviti per dare vita alla pineta. Ancora una volta la mano dell’uomo ha cancellato tutto. La mano di chi ha appiccato il fuoco e di chi, soprattutto negli ultimi anni, non ha provveduto a pulire la parte del sottobosco nella logica di un risparmio senza senso. Il fuoco ha cancellato tutto e ci vorranno anni prima che si potrà conoscere una ripresa di quell’area. Prima che potrà essere ricostituita la pineta così come era conosciuta fino a domenica mattina. Ancora una volta la mano dell’uomo e l’incuria hanno finito con il distruggere un ecosistema ambientale e naturale che rendeva quell’area paesaggisticamente attrattiva oltre ad essere spazio adatto agli uccelli migratori nei loro spostamenti. Certo, l’inchiesta aperta servirà forse a conoscere chi ha causato questo disastro ma che non sanerà sicuramente l’ampia ferita aperta.