ARRESTO COLELLA, UN CASO NAZIONALE

Cinquantotto pagine di ordinanza. Tante sono quelle firmate dal Gip del Tribunale di Roma, Massimo Marasca, per spiegare i motivi per cui ha detto “sì” all’applicazione della misura cautelare in carcere e al sequestro dei beni per un valore di 70 milioni di euro a carico dell’imprenditore molisano Camillo Colella. Un’indagine portata avanti dalla Guardia di Finanza di Roma a partire dal 2019, ma le operazioni sospette che hanno indotto la stessa procura a chiedere che fossero eseguiti accertamenti sugli spostamenti di denaro delle società che riconducevano a Camillo Colella sono avvenuta tra il 2014 e il 2017. Raccolte quelle segnalazioni, le fiamme gialle hanno passato sotto la lente tutte le dinamiche e i movimenti fiscali delle società che facevano capo a Colella ipotizzando che i flussi finanziari che riconducevano all’imprenditore delle acque molisane, fossero relativi a movimenti illegali. In particolare il provvedimento fa riferimento al fallimento della Como Srl, con sede a Roma,  avvenuto a causa di un debito milionario realizzato attraverso una sistematica e pluriennale evasione fiscale e contributiva. Quindi negli ultimi due anni, il Nucleo di polizia tributaria ha lavorato ad accertare che il dissesto finanziario della “Como Srl” di Camillo Colella era finita in dissesto attraverso una gestione inadempiente agli obblighi fiscali e tramite comportamenti che impedivano quindi l’accertamento e la riscossione dei crediti. Da qui la corsa della società di Colella a “svuotare”  la società di ogni asset patrimoniale ed economico accumulando quindi sin da subito un debito di oltre 5 milioni di euro somma poi lievitata a 137 milioni in sede di verifica del passivo. L’arresto, secondo il Gip, è dovuto al pericolo di reiterazione dell’attivita’ criminosa – si legge nel provvedimento – che puo’ essere desunto anche dalla molteplicita’ dei fatti contestati in quanto la stessa, considerata alla luce delle modalita’ della condotta concretamente tenuta, puo’ essere indice sintomatico di una personalita’ proclive al delitto”.