CASO ROMAGNUOLO, M5S: “BASTA NOMINE ILLEGITTIME, IL MOLISE HA BISOGNO DI LEGALITÀ E COMPETENZE”

“Ora i nodi vengono al pettine e anche la magistratura vuol capire se il centrodestra molisano abbia o no rispettato la legge.  Il MoVimento 5 Stelle, invece, dal 2021 ritiene illegittima la nomina dell’ex consigliere regionale, Nico Eugenio Romagnuolo, a Commissario straordinario del Consorzio industriale di Campobasso-Bojano”.  Lo hanno detto i consiglieri regionali dei Cinque Stelle in consiglio regionale Molise. Romagnuolo, infatti, fino a qualche mese prima sedeva in Consiglio regionale e, secondo il decreto legislativo 39 del 2013, sussiste l’ipotesi di inconferibilità e incompatibilità dell’incarico di commissario straordinario di un ente pubblico di livello regionale per chi, nei due anni precedenti, sia stato componente della Giunta o del Consiglio regionale che conferisce l’incarico. Il cosiddetto periodo di “raffreddamento” di due anni serve infatti a prevenire situazioni anche potenzialmente portatrici di conflitti di interesse e, in generale, ogni situazione che contrasti con il principio di trasparenza ed imparzialità previsto dalla Costituzione. Quindi, per noi, la nomina di Romagnuolo era ed è illegittima oltre che fuori luogo. Infatti parliamo di un Presidente di Regione di Forza Italia che nomina un ex consigliere regionale di Forza Italia solo per “risarcirlo” del posto in Consiglio perso con l’abrogazione della surroga, e non per comprovate competenze tecniche.

E qui veniamo al punto. Questa vicenda dimostra che il centrodestra utilizza le nomine per esigenze interne di partito e non per il bene comune. Tutto ciò rappresenta un danno più o meno diretto all’intera comunità, un comportamento poco etico e che troppe volte rischia di ‘posizionare’ in ruoli chiave della Regione persone che non hanno le competenze e i meriti per ricoprire determinati incarichi.

Nel 2021 denunciammo il sistema delle nomine politiche messo in piedi dal centrodestra: un modus operandi che lede l’immagine del Molise, ne preclude lo sviluppo e impedisce di amministrare per il bene pubblico. Presentammo una mozione e chiedemmo un radicale cambio di mentalità, ma ci fu risposto di procedere pure le vie legali: e noi lo abbiamo fatto, rivolgendoci alla Procura e all’Anac che fece propri i nostri rilievi.

Ora anche la Procura di Campobasso fa capire che avevamo ragione. Questo vuol dire due cose: che non abbiamo mai smesso di fare opposizione con coscienza, dedizione e cercando sempre di proteggere la cosa pubblica e gli interessi dei cittadini. Ma soprattutto, vuol dire che, sul finire di questa legislatura guidata la centrodestra, l’intera Giunta regionale rischia un rinvio a giudizio. E sarebbe una cosa gravissima, il peggior epilogo di una gestione regionale fallimentare.

Del resto questo sistema è consolidato: non dimentichiamo anche un’altra situazione simile come quella del Consorzio per lo Sviluppo Industriale della Valle del Biferno, dove il presidente resta in carica nonostante l’Anac abbia sancito l’inconferibilità al ruolo di Commissario.

Per il MoVimento 5 Stelle legalità e trasparenza sono prerequisiti dell’azione amministrativa, a qualsiasi livello. Dunque, nessuna volontà inquisitoria, ma solo la sacrosanta richiesta che le regole siano rispettate. Quindi attendiamo con serenità il lavoro della magistratura.