ISERNIA, RETATA ANTIDROGA
Personale della Questura di Isernia, diretta dal Questore Vincenzo Macrì, ed in particolare della Squadra Mobile comandata dal Commissario Capo Gianluca Vesce, ha eseguito su delega di Questo Ufficio, tra la Provincia di Isernia e la città di Roma, otto misure cautelari emesse dal GIP presso il Tribunale di Isernia, accogliendo le richiesta formulate dalla Procura della Repubblica, nei confronti di altrettanti soggetti indagati per reati di detenzione e spaccio di stupefacenti.
In particolare, nei confronti del soggetto individuato quale presunto organizzatore della cooperazione criminosa, K.L.R., il quale si approvvigionava di significativi quantitativi di stupefacenti di tipo cocaina e derivati della cannabis prevalentemente nella città di Roma, del valore di decine di migliaia di euro per singola fornitura, e li smerciava, direttamente o tramite il contributo degli altri indagati, nella Provincia di Isernia, è stata disposta la misura cautelare della custodia cautelare in carcere.
Nei confronti di altri cinque indagati è stata viceversa disposta la misura cautelare degli arresti domiciliari, mentre ulteriori due indagati sono stati destinatari dell’Obbligo di dimora nel Comune di residenza al fine di evitare le possibilità di approvvigionamento e di cessione di stupefacenti mediante una ridotta limitazione della loro libertà personale.
Questi ultimi soggetti, tutti residenti tra Isernia ed i comuni limitrofi, ricevevano abitualmente stupefacenti dal K.L.R. e li distribuivano ai loro clienti “al dettaglio”, rendendo al K.L.R. la quota di proventi a lui spettante quale fornitore.
Le indagini, coordinate dal Procuratore della Repubblica e dirette dal Sostituto assegnatario del fascicolo, sono state condotte, meticolosamente e con professionalità, dalla Squadra Mobile di Isernia per diversi mesi mediante una intensa attività di intercettazione telefonica ed ambientale, quest’ultima svolta all’interno dell’autovettura utilizzata dal K.L.R. per il trasporto dello stupefacente e la raccolta dei profitti presso i rivenditori al dettaglio, e successivamente suffragate da sequestri di stupefacente e dalle dichiarazioni degli assuntori, i quali in gran parte hanno confermato l’ipotesi investigativa e fornito un decisivo contributo alle indagini, supportando le richieste delle misure cautelari e di quella reale adottate.
Trattasi, in molti casi, di soggetti abituali consumatori di stupefacenti che hanno riferito di aver acquistato, nel corso degli anni, dal K.L.R. o dai suoi accoliti ingenti quantità di sostanze: uno di loro, in particolare, ha ammesso di aver acquistato nel corso degli anni fino a 50.000 euro di cocaina, a comprova della radicata e proficua attività criminale portata avanti dagli indagati.
Nei confronti del suddetto K.L.R. il GIP, su richiesta della Procura della Repubblica, ha disposto anche il sequestro preventivo di euro 70.000 o di beni di valore equivalente, in corso di rintraccio, individuati quale parte degli ingenti profitti del reato accumulati dal prevenuto grazie alle sue illecite attività.
Nel corso delle indagini, difatti, il K.L.R. oltre a parlare apertamente del valore dello stupefacente smerciato e dei suoi ricchi introiti, risultava avere sempre nella sua disponibilità ingenti somme di denaro, spesso direttamente osservate nel corso delle intercettazioni ambientali nelle mani sue o dei suoi collaboratori mentre questi procedevano al conteggio del danaro raccolto. Tra le intercettazioni con valore probatorio circa la provenienza illecita del denaro di cui disponeva, inoltre, emergeva la preoccupazione del giovane rispetto alle ipotesi di riduzione ulteriore della circolazione del denaro contante per le difficoltà di occultare e ripulire tali ingenti profitti nonché di giustificarne il possesso nel caso di scoperta degli stessi da parte delle FF.OO. .
Invero, nei confronti del K.L.R. già nel corso delle indagini vennero sequestrati circa 6000,00 euro, appena ricevuti a fronte di precedenti cessioni di stupefacenti e che questi aveva con sé a bordo della propria autovettura al momento del controllo stradale, che invano provava successivamente a giustificare come di proprietà del padre.
Tutti gli indagati attinti dalle misure cautelari, quindi, nei prossimi giorni avranno la possibilità di conoscere gli elementi di prova a loro carico e di sottoporsi ad interrogatorio da parte del GIP e del Pubblico Ministero, al fine di rappresentare elementi a loro difesa e rivendicare la propria innocenza la quale, si rammenta, è sempre presunta sino alla definitività dell’eventuale condanna.