REGIONALI MOLISE, CENTRODESTRA IN FIBRILLAZIONE. COTUGNO LASCIA ORGOGLIO MOLISE

In vista delle elezioni regionali in Molise, nel centrodestra proseguono frizioni e tensioni. Intanto, Vincenzo Cotugno che si era dimesso per consentire l’approvazione dell’esercizio provvisorio di bilancio per essere, poi, rinominato assessore dieci giorni più tardi lascia Orgoglio Molise, nella lista in cui era stato eletto, per porsi nel Gruppo Misto. Una decisione per confermare la rottura con l’europarlamentare Aldo Patriciello e la scelta di seguire il presidente dellaGiunta, Donato Toma, fino al termine della legislatura. A ribadire, cioè, la fedeltà politica alle scelte programmatiche fatte fino ad oggi ma anche di seguire lo stesso Toma dalla mancata riconferma per una seconda candidatura. Tra l’altro, proprio in questi ultimi giorni, si è aperto nel centrodestra il balletto dei possibili candidati alla presidenza della Giunta. Un accordo a livello romano dei partiti della coalizione porterebbe la casella da riempire con un nome indicato da Forza Italia. Anche se il no espresso già dalla Lega e i malumori in Fratelli d’Italia avrebbero finito già con l’accantonare il nominativo dell’uscente, Donato Toma. Un’immagine politica sbiadita quella che viene fuori per le tante, tropep criticità rimaste irrisolte e, da qui, la mancata riconferma per una seconda chanche. Si sarebbe fatto il nome dell’attuale commissario del partito, annaelsa Tartaglione, ma anche su questo nome non poche le critiche che si sono sollevate. A partire dalla bocciatura elettorale nelal corsa al Parlamento fino alla dimenticanza del territorio. Tra l’altro, è vista come una sorta di paracadutata daRoma e, dunque, lontana dagli interessi reali dei molisani. Ma nella coalizione, ad oggi, ci sarebbero già quattro se non cinque pretendenti allo scranno più alto della Giunta regionale. A partire dall’attuale assessore all’agricoltura, Nicola Cavaliere, anch’egli uscito sconfitto dal turno elettorale delle Politiche per il Senato. Ma ad avanzare stessa richiesta Vincenzo Niro, che chiede le primarie, Salvatore Micone e Quintino Pallante. E, così, tutto resta in alto mare nella definizione di un quadro politico per la definizione di una candidatura alla presidenza.