LE IMPRESE DI PESCA PRONTE A FERMARSI SENZA INTERVENTI DEL GOVERNO
“Se entro 15 giorni non dovessero arrivare dal Governo le risposte chieste con un documento ufficiale sottoscritto oggi, le marinerie procederanno allo stop totale definitivo della attività e ai licenziamenti”. Non lascia spazio a dubbi di sorta la decisione assunta al termine dell’assemblea tenutasi a Pescara dai rappresentanti delle marinerie italiane coordinata dal Presidente della Marineria Italiana Francesco Calderoni e dal Presidente dell’Associazione Armatori di Pescara, Francesco Scordella. Un tempo assegnato al governo, scaduto il quale, in caso di mancata risposta, tutte le barche attualmente in attività nei porti italiani delle marinerie si fermeranno in modo definitivo procedendo al licenziamento dei marittimi.
Nel documento, i cui effetti interessano oltre 32mila imbarcati e 14mila imbarcazioni le richieste: costo del gasolio massimo a 50 centesimi, fermo biologico facoltativo di emergenza, attivazione della cassa integrazione straordinaria o retroattiva dal primo gennaio 2022, per gli imbarcati e blocco dei mutui per un anno per armatori e marittimi.
“Il settore è al collasso – ha evidenziato Paola Marinucci, presidente dell’associazione Armatori Pesca Molise – e tante sono le problematiche che ci riguardano, a cominciare dal caro gasolio e dal mancato pagamento del fermo biologico, nonché dalla mancanza degli aiuti promessi”.
Le marinerie che aderiscono all’iniziativa e che minacciano lo stop della pesca e i licenziamenti sono, oltre a quella di Termoli altre 19 marinerie italiane.