FIAT TERMOLI, SI SOLLECITA INTERVENTO GOVERNO
Tiene ancora banco la questione dello stabilimento Fiat di Termoli dopo la visita dell’amministratore delegato Stellantis, Carlos Tavares. Preoccupa la situazione dello stabilimento molisano al pari di quello abruzzese di Pratola Peligna per il calo dei volumi prodotti dovuto al progressivo ridimensionamento delle motorizzazioni tradizionali. A Termoli da 722mila motori prodotti nel 2018 si è scesi a 330mila con un calo dell’8,3 per cento.
Un sistema che conta poco più di 2.300 addetti diretti tra motori, cambi e basamenti e che negli ultimi cinque anni ha già perso oltre 500 addetti. A Termoli, infatti, gli occupati nel 2018 erano 2.827 mentre oggi sono scesi a 2.373, l’equivalente di un meno 7,6 percento.
“Per noi è fondamentale che si apra nei prossimi giorni con i vertici di Stellantis Europa e con il Ministero dello sviluppo economico – sostengono le organizzazioni sindacali – un dialogo su come governare questo processo che vedrà l’erosione nei volumi sui motori endotermici, finalizzato anche a definire quali saranno gli interventi di “reindustrializzazione” sia sul fronte della componentistica elettrica per le nuove motorizzazioni che nell’ambito dei semiconduttori». Il progetto più strategico per Stellantis in Italia, con ricadute sull’intero indotto automotive del Paese, è quello della Gigafactory da realizzare a Termoli. Annunciato da Tavares l’estate scorsa, il progetto sembra però ancora tutto da definire a livello governativo. Con più di qualche incognita che preoccupa il mondo del lavoro anche perchè senza Gigafactory in prospettiva sarebbe la fine dello stabilimento di Termoli.