Che fine ha fatto il progetto di riforma dei Consorzi per lo sviluppo produttivo del Molise?
Gli interventi dell’anticorruzione sulla nomina del commissario al Nucleo industriale Campobsso – Boiano, Nico Romagnuolo e, ora, di quella del presidente del consorzio industriale di Termoli, porta alla domanda: Che fine ha fatto il progetto di riforma dei Consorzi per lo sviluppo produttivo del Molise? In quale cassetto è stato riposto quello che sarebbe dovuto essere il primo grande intervento riformativo del Governo Frattura e, poi, di quello Toma, su cui tanto si è detto e promesso anche in fase di campagna elettorale? Unificare la governance dei Consorzi Industriali, centralizzare i servizi creando le migliori condizioni di insediamento, questa era una delle principali linee di un intervento rimasto fortemente disatteso e di cui si sono perse le tracce da tempo. L’esigenza di avviare e portare a termine un processo di riassetto industriale nella regione Molise, ridimensionando la struttura dei consorzi industriali esistenti, quelli di Isernia-Venafro, Campobasso-Bojano e Termoli, in favore della creazione di un unico Consorzio, stante le difficoltà della situazione economica generale. Da qui la stesura della proposta di legge indirizzata alla riforma dei Consorzi per lo sviluppo produttivo del Molise, che, seguendo una prassi che nel tempo si è poi consolidata, è stata di fatto messa da parte. Di quel testo, arrivato in consiglio regionale il 2 febbraio del 2016, a distanza di anni non si sa più nulla. Una riforma che non è più procrastinabile perché in questi tempi di crisi industriali ed emergenza occupazionale bisogna mettere in atto tutte le iniziative necessarie per programmare uno sviluppo territoriale economico-produttivo sostenibile. Ma il consiglio regionale, dorme.