PASTORE: PRONTO SOCCORSO VENEZIALE COME KABUL

Pronto soccorso come a Kabul. Lo scrive il dottore Lucio Pastore primario del reparto di Pronto soccorso dell’ospedale Veneziale di Isernia. “Da quando la direzione aziendale ha dato disposizione che per ricoverare un paziente c’è la necessità di un doppio tampone molecolare ,- scrive il dottore Pastore- si è ulteriormente aggravata l’intasamento che si ritrova nei nostri locali. Infatti, non essendo stata ampliata la zona grigia, stazionano , come nella parte stretta di un imbuto che non ha sfogo, pazienti di ogni tipo nei nostro Pronto Soccorso. . Abbiamo anemici che necessitano di trasfusioni, pazienti con aritmie cardiache da trattare anche per giorni, pazienti ortopedici con fratture buttati su lettighe, scompensi cardiaci , pazienti con scompensi metabolici importanti, pazienti con quadri di ischemie od emorragie cerebrali. Non riusciamo a trovare un posto letto in regione per ammalati neurologici.- aggiunge Pastore – Questi abitualmente stazionano per giorni nei nostri locali per poi essere ricoverati in reparti medici. Il cosiddetto robottino, acquistato per permettere ai neurofisiopatologi di attuare la terapia fibrinolitica, non è stato mai usato. Infatti il suo utilizzo implicherebbe che un medico ed un infermiere si debbano dedicare solo a quel paziente per ore. Con il personale che abbiamo non riusciamo a coprire le normali esigenze di reparto per cui é assurdo pensare di poterne distaccare per seguire il robottino. Stiamo lavorando al limite della sopportazione,- chiude Pastore – ed in condizioni oggettivamente pericolose per il personale e per l’utenza. Più volte abbiamo segnalato alla direzione questi disagi senza avere risposte.