MEDICINA TERRITORIALE. GRANDE ASSENTE IN MOLISE

La medicina di prossimità, quella che rifugge l’idea ospedalocentrica che sembra essere l’unica via, è stato il tema di un confronto in quarta commissione consiliare regionale a seguito del deliberato del Consiglio dello scorso 9 marzo, che recepiva le istanze delle Associazioni che chiedevano lumi in merito alla centralità della medicina territoriale, per una nuova visione di sanità nella consapevolezza della procedura di commissariamento attiva in Molise da più di un decennio.

Le associazioni hanno ribadito la necessità di una nuova cultura sanitaria che, nonostante sia stata messa nero su bianco, non ha mai trovato concretezza. E questo vuoto nelle cure, nell’assistenza che può essere erogata con efficacia sul territorio senza ricorrere alle strutture ospedaliere, si è palesato come una enorme voragine in questo anno, cadenzato dalla pandemia. Nell’incontro è stato trattato il potenziamento della medicina territoriale, nel corso dell’emergenza pandemica in atto, che risulta essere una delle soluzioni indiscusse per la gestione ottimale dei pazienti affetti Covid, gestibili sotto il profilo dell’assistenza sanitaria attraverso mirate cure domiciliari. Non solo, il potenziamento dell’assistenza sul territorio è ormai considerato lo strumento essenziale per realizzare un sistema sanitario sostenibile, attento al ruolo fondamentale della prevenzione e della tutela dell’ambiente. Il Molise ha l’assoluta necessità di rivedere la medicina territoriale e a tal proposito un ruolo cruciale toccherà al nuovo commissario ad acta Flori Degrassi, incaricata di occuparsi, tra i vari poteri, della medicina territoriale.