Recovery Plan, il Molise non può restare a guardare

Mentre si pensa alla crisi sanitaria, in piedi c’è la questione dei fondi del Recovery Plan che dovrebbero fare segnare una svolta per il Sud e per il Molise in particolare. Il rischio è che una parte dei fondi destinati al Sud vengano girati al Centro Nord sembra avverarsi come denuncia, anche, l’istituto Svimez. Per il Molise, poi, la situazione è a dir poco caotica anche perché non si è pensato ad alcuna visione strategica sul da farsi. In piedi, c’è solo la scatola vuota, per tre miliardi di euro, e composta da progetti senza alcuna possibilità di finanziamento presentata dal presidente della Giunta regionale, Donato Toma. L’unico intervento relativo al Molise è quello della linea ferroviaria Termoli – Campobasso – Venafro. Toma se n’è intestato il merito, ma sappiamo benissimo che parliamo di un intervento relativo alle Ferrovie dello Stato ed inserito nei Fondi di sviluppo e coesione, strumento di finanziamento per le aree sottoutilizzate del paese. Stessa cosa dicasi per l’intervento sulle Zone economiche speciali, che è citato nel documento ma la modernizzazione del porto di Termoli non c’è. Ora, a livello nazionale, il nuovo governo è chiamato a procedere con una seconda e nuova fase sulle scelte relative al Recovery. Ma la la Regione Molise è in grado di procedere con una spinta attiva e, soprattutto, capacità di proposta percorribile? Perché se ciò non dovesse accadere il pericolo concreto è che il Molise rischia di non portare nulla a casa.