Al Cardarelli sconsigliata la CPAP essenziale per curare il Covid-19
Nei giorni scorsi abbiamo riportato le immagini del tubo per l’ossigeno posto all’esterno della struttura dell’ospedale Cardarelli di Campobasso dopo l’emergenza sanitaria dovuta ai nuovi ricoveri e alla necessità di ampliare i posti letto.
Il ghiaccio, poi, che si è andato sciogliendo nel cadere ha rischiato, anche, di tagliare parte della condotta.
Ora, finalmente, l’Asrem ricorre ai ripari. Dopo circa un anno, così, si autoaccusa e ammette che nel nosocomio regionale c’è carenza di ossigeno per i pazienti Covid e che il relativo impianto non è in sicurezza.
Con la determina numero 24, dello scorso 18 febbraio, si assegna a una ditta privata il potenziamento e la messa in sicurezza del sistema. Ma nella stessa delibera c’è la considerazione relativa all’eccessivo consumo di ossigeno dalla cosiddetta CPAP, ovvero La ventilazione meccanica a pressione positiva continua, e che l’attuale sistema di distribuzione non ne permette più un continuo e sicuro afflusso richiesto.
Ma non si era a conoscenza di tale situazione? E in tutto questo tempo si è andati avanti con un sistema datato pure dinanzi al crescere dei pazienti affetti da Covid che hanno necessità di una adeguata ossigenazione?
Giova ricordare che l’aumento dei posti letto del reparto risale al mese di aprile del 2020 con l’utilizzo di tre piani, compreso il quinto piano che , secondo la determina , risulta essere il più a rischio per l’afflusso insufficiente dell’ossigeno.
Perché, allora l’Asrem ha impiegato otto mesi per intervenire nonostante le tante segnalazioni fatte anche dai familiari delle persone decedute? Un interrogativo che rimbalza con tutta evidenza dalla lettura della determina di qualche giorno fa.