Scossa di Terremoto a Montecilfone ed il sindaco Manes tuona sulla mancata nomina del Commissario
Torna a tremare la terra in Basso Molise. Intorno alle 18, nella giornata di ieri, è stata registrata dai sismografi dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia una scossa di terremoto di magnitudo 3.5 con epicentro Montecilfone, già colpito da un sisma nel 2018. La scossa, avvertita distintamente anche sulla costa, ha riversato molti cittadini preoccupati in strada. Queste le parole del sindaco di Montecilfone, Giorgio Manes: “Abbiamo attivato tutte le verifiche del caso, c’è stata molta paura e le persone sono scese per strada. Sono in contatto con il presidente della Giunta per informarlo della situazione”. Proprio in virtù dello stato in cui, dopo due anni dal sisma del 2018, versa il paese del Basso Molise, il sindaco afferma: “Dopo la scossa di magnitudo 3.5 con epicentro proprio Montecilfone, la macchina amministrativa si è subito attivata per far partire le prime verifiche. Abbiamo riscontrato dei peggioramenti della situazione venutasi a creare nell’ormai lontano 2018. La chiesa di San Giorgio Martire, il serbatoio e la vecchia struttura comunale”. Il sindaco Manes ha poi portato l’attenzione sulla questione relativa alla mancata nomina, da parte del governo, del commissario per la ricostruzione post sisma 2018, la cui stasi tiene bloccati anche i fondi stanziati e destinati alla ricostruzione. “Avrei voluto restare in silenzio, perché non c’è più nulla da aggiungere, – tuona Manes- la ricostruzione deve ripartire. Basta promesse, basta sì inconcludenti, basta prese per i fondelli. A nome di tutti i cittadini di Montecilfone e di tutte le comunità terremotate, esigo che venga nominato il Commissario. E’ vergognosa ed inaccettabile una situazione del genere a distanza di due anni dal sisma. Anche noi siamo Italia, anche noi abbiamo gli stessi diritti di tutti i terremotati. Lo ripeterò fino allo sfinimento, Montecilfone e tutti i comuni terremotati sono in attesa da ben due anni di una benedetta nomina. Ora basta”.
Enrico Fazio