Le imprese molisane strozzate dalla Tari
La tassa rifiuti TARI continua a rappresentare un peso insostenibile e spesso ingiustificato per le imprese del terziario, se si considerano le iniquità che la caratterizzano per le imprese del nostro territorio. Dall’elaborazione dei dati di OpenCivitas (sito promosso dal Dipartimento delle Finanze e dalla SOSE per determinare i fabbisogni standard delle amministrazioni locali) la gran parte dei Comuni capoluogo di provincia continua a registrare una spesa superiore rispetto ai propri fabbisogni. In Molise sono stati due i comuni oggetto dello studio, Campobasso e Isernia , pari al 22,99% della popolazione che registrano entrambi livelli qualitativi dei servizi sotto la sufficienza. Nel capoluogo regionale le imprese pagano una Tari in più del 24%, pari a mille e 400mila euro con un valore Tari 2018 che ammonta a poco più di 7 milioni di euro rispetto al fabbisogno annuo di 5 milioni e 740 mila euro . Al contrario, ad Isernia per le imprese si registra uno scostamento negativo pari a -335 mila euro. Per le associazioni di categoria, la situazione fotografata richiede risposte urgenti per avviare una profonda revisione dell’intero sistema che rispetti il principio europeo ‘chi inquina paga’ e tenga conto delle specificità di determinate attività economiche delle imprese del terziario al fine di prevedere esenzioni o agevolazioni per le aree che di fatto non producono alcun rifiuto e sulle quali invece continua ad essere calcolata integralmente la tassa. Per questo, le associazioni di categoria chiedono ai comuni di Campobasso e Isernia di rivedere la tassazione applicata per la Tari