ROBERTI: UN’OFFESA AI MOLISANI LA PROPOSTA DI AGGREGARE LA PROVINCIA DI ISERNIA ALL’ABRUZZO

In merito all’articolo pubblicato dal Corriere della sera sulla proposta lanciata da un comitato per l’aggregazione della provincia di Isernia alla regione Abruzzo, è intervenuto il presidente della Giunta regionale, Francesco Roberti.

“Questa mattina, lunedì 11 marzo 2024, durante la mia rassegna stampa quotidiana, mi sono imbattuto in un articolo di corriere.it, a firma di Milena Gabanelli, che mi ha fatto riflettere e non poco. Dell’articolo dovrebbero sentirsi offesi tutti i molisani, considerando che, gran parte dei problemi che la giornalista attribuisce al Molise, sono riscontrabili anche nelle regioni più grandi. E, come abbiamo ampiamente annunciato, chi segue le vicende della nostra Regione, ben è consapevole come stiamo lavorando per la risoluzione delle problematiche esistenti, facendolo con spirito di servizio e sacrificio, mossi dall’amore per il nostro territorio. Chiunque abbia a cuore il Molise, credo, debba sentirsi toccato. Ma a prescindere dall’articolo in questione, mi sorprende come ci sia un gruppo di persone che, anziché mettere a disposizione le proprie professionalità per dare un contributo fattivo alla nostra regione, lavori addirittura per un referendum finalizzato a staccare la provincia di Isernia dal Molise per annetterla all’Abruzzo. Leggere dal corriere.it come il promotore dell’iniziativa popolare affermerebbe che la Regione Molise non è in grado di offrire ai cittadini i servizi essenziali, come sanità, trasporti e formazione, mi lascia basito. Evidentemente non conosce a fondo la nostra regione. Rispetto all’iniziativa, inoltre, c’è anche una questione costituzionale. L’articolo 132 Cost., 2° comma, prevede che “si può, con l’approvazione della maggioranza delle popolazioni della Provincia o delle Province interessate e del Comune o dei Comuni interessati espressa mediante referendum e con legge della Repubblica, sentiti i Consigli regionali, consentire che Province e Comuni, che ne facciano richiesta, siano staccati da una Regione ed aggregati ad un’altra”. Ma il referendum, in ogni caso, ha valore consultivo, poiché è necessaria una legge statale per certificare il passaggio di una Provincia ad altra Regione e, comunque, gli organi centrali devono consultare i Consigli regionali interessati, prima di decidere. Andando, inoltre, a leggere la legge 352 del 1970, ‘Norme sui referendum previsti dalla Costituzione e sulla iniziativa legislativa del popolo’, riguardo al referendum per il distacco, da una regione, di una o più province ovvero di uno o più comuni, la disciplina dettata dall’art. 42, 2° comma, va letta alla luce della sentenza della Corte costituzionale n. 334 del 2004: la relativa richiesta di referendum deve essere corredata delle deliberazioni, identiche nell’oggetto, dei Consigli provinciali o dei Consigli comunali delle province e dei comuni di cui si propone il distacco. Mi auguro che l’iniziativa sia soltanto una provocazione, perché sull’autonomia del Molise ci hanno lavorato i nostri predecessori con amore e dedizione per il proprio territorio; noi, oggi, col lavoro quotidiano, siamo chiamati a proseguire, con responsabilità, l’opera che ci è stata tramandata dai padri fondatori della nostra amata Regione. E sono anche certo che, in caso di referendum, i cittadini chiamati alle urne faranno valere il proprio attaccamento al Molise».