PROVINCIALI CAMPOBASSO, DUE LE LISTE IN CAMPO

Dopo aver eletto lo scorso 5 novembre il nuovo presidente della Provincia, nella figura del sindaco di Larino, Giuseppe Puchetti, il prossimo 10 marzo si rinnoverà il Consiglio provinciale di Campobasso e proprio come 3 mesi fa, due sono le compagini in campo. Quella di centrodestra, Insieme in Provincia, con dieci candidati e quella di centrosinistra, Cives Provincia Democratica che di candidati ne presenta nove. Insieme in Provincia, lista di centrodestra, candida: Fiorenza Del Borrello, Angelo Del Gesso, Gianni Di Iorio, Bruno Fraraccio, Enrico Fratangelo, Angelica Nicodemo, Alessandro Pascale, Antonio Bartolomeo Petrarca, Anna Pollace e Simona Valente. 

La lista Cives Provincia Democratica, chiaramente di centrosinistra, candida Antonio Tomassone, Oscar Daniele Scurti, Antonella Mancini, Evelina D’Alessandro, Antonio Vinciguerra, Nino Pellegrino Ponte, Nunzia Massari, Franca Ricci e Lea Ferrara. 

Degli aspiranti consiglieri provinciali, diversi sono amministratori di Comuni che, tra l’altro, andranno al voto i prossimi 8 e 9 giugno. Qualora eletti nel Consiglio Provinciale e non eletti, a giugno, nei rispettivi Comuni, decadranno dalla carica di consigliere provinciale, surrogati dai primi dei non eletti. Una elezione di secondo livello che vedrà coinvolti solo gli amministratori locali per un consiglio provinciale che di prerogative ne ha ben poche. A livello politico, però, c’è una valenza in più. Il centrodestra punta a contarsi e ribaltare quanto accaduto con la elezione a presidente di Pino Puchetti. Una conta considerando anche i nomi dei candidati schierati in lista e che sembrano ricalcare quelli di vicinanza ai consiglieri regionali che, questa volta, sono chiamati a misurarsi sul campo dopo lo sgambetto, invece, fatto al candidato alla presidenza, Orazio Civetta, che sarebbe stato imposto dal commissario di Forza Italia, Claudio Lotito. Il centrosinistra, invece, che di nomi ne ha presentati nove su dieci, punta a mantenere i numeri elettorali incassati a novembre. Saranno, ora, le urne a dire la loro