UN SALUTO AL 2023
Un anno che si chiude, il 2023, che dopo tanto buio sembra lasciare in eredità a quello nuovo uno spiraglio di luce. A partire dalla nomina, ultima, di Alberta De Lisio a capo del Primo Dipartimento della regione quello che è stato – per un decennio – di Mariolga Mogavero – oggi fuori dalla Regione ma con un lascito negativo per la programmazione.
Un anno che nel campo della sanità, della politica e della religione ha visto chiudersi, finalmente, tre situazioni che rischiavano di mandare all’aria il sistema Molise proprio nel compimento dei suoi 60 anni di vita regionale autonoma. Nel campo della sanità, a fine febbraio, dopo un lungo e spigoloso confronto anche all’interno della Conferenza dei sindaci, il defenestramento del direttore dell’Asrem, Oreste Florenzano. Una gestione del settore pessima, la sua, a partire dal periodo Covid con la mancata realizzazione di un centro dedicato, unico caso in Italia, nonostante – pure – i fondi stanziati. Senza considerare – ancora – l’assenza di politiche adeguate per il sistema sanitario molisano che ha scontato e conosciuto solo tagli a servizi e prestazioni. E la data del 28 febbraio, quella del suo defenestramento, ne ha segnato la fine.
Legata strettamente – anche – alla questione sanità la chiusura della parentesi politica del presidente della Giunta regionale, Donato Toma, nonchè commissario ad acta della sanità. Proprio nel suo ruolo di commissario non è riuscito a rimettere in sesto il settore – anzi- il disavanzo è andatosi aggravando per la mancata definizione del Piano operativo sanitario che il governo non ha mia avallato. Un settore, così, rimasto privo di una programmazione con lo svuotamento di reparti e servizi sotto gli occhi di tutti. Non da meno la gestione politica della Regione che nei cinque anni di suo governo ha visto un pericoloso arretramento del territorio tanto da mettere a rischio la stessa autonomia. E, ciliegina sulla torta, ha lasciato la Regione senza bilancio di previsione mettendo in difficoltà il mondo delle imprese e la stessa tenuta dei conti dell’Ente. Fino a fissare la data delle elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale al 25 e 26 giugno ultima data utile e alle porte dell’estate. Nessuna forza politica della coalizione ha ritenuto riproporre il suo nome per la ricandidatura e Donato Toma – così – è uscito di scena lasciando al nuovo eletto, Francesco Roberti, la guida della Regione.
A chiudere la sua parentesi gestionale nel mondo ecclesiale anche monsignor Giancarlo Bregantini, vescovo metropolita della Diocesi di Campobasso. A settembre, a compimento del suo 75esimo anno, ha dovuto presentare le sue dimissioni così come da diritto canonico. Il 6 dicembre, poi, la nomina da parte di Papa Francesco, del nuovo vescovo: monsignor Biagio Colaianni, vicario della diocesi di Matera. Una Curia, quella di Campobasso, che esce dalla gestione di Bregantini non al meglio. Così come resta la lunga chiusura della chiesa Cattedrale di Campobasso, dal 2018 ad oggi, e i cui ritardi nei lavori di ripristino funzionale si prortranno fino a luglio 2024. Lo stesso dicasi per quanto accaduto con il trasporto della statua miracolosa dal Santuario della Madonna dei Monti alla Chiesa dei Cappuccini con un furgone che ha finito con lo scuotere le coscienze dei cittadini. Al pari, della mancata tumulazione nella Cattedrale di Fra Immacolato Brienza così come era stato previsto.
Non migliori le cose nel settore dei trasporti a partire da quelli su gomma alle prese con i soliti ritardi nei pagamenti e terminare a quelli ferroviari i cui lavori per l’elettrificazione si protranno fino a primavera 2025. Mentre a pesare, sul piatto demografico, i numeri di un’emorragia che non conosce freno quale lo spopolamento. Sono soprattutto i giovani ad andare via lasciando un deserto tutt’intorno.
E, allora, ripartiamo dai 60 anni Molise il momento di riflessione voluto dall’associazione degli ex consiglieri regionali del Molise in collaborazione con la nostra emittente che si è avuta al teatro savoia di Campobasso per i 60 anni di autonomia regionale per rilanciare il tema di un nuovo Piano di sviluppo capace di rilanciare iniziative di crescita e di sviluppo del territorio che con i cambi della guardia nelle diverse istituzioni possa garantire una inversione di rotta tanto più necessaria per guardare avanti con rinnovato ottimismo.